Centro Studi Ermetici Alchemici

IL SALE E IL FUOCO

l simbolo del sale è raffigurato da un cerchio con il diametro in posizione orizzontale, gli ermetisti rappresentavano la materia indistinta con un cerchio, il cosidetto sale filosofico ovvero il simbolo dell’eternità di ciò che non ha inizio e fine, delle acque dell’oceano Cosmico che nel Caos primordiale appaiono sotto forma di una massa confusa devo gli elementi non sono ancora divisi.
Quando avvenne la divisione tra il firmamento (letteralmente il sostegno che regge il cielo e separa le acque superiori da quelle inferiori) e il mondo, questa “materia prima” acquisì la natura celeste della “Quintessenza” (l’etere ovvero il quinto elemento dopo acqua, aria, terra e fuoco, secondo Aristotele e l’astronomia antica) diventando la radice di tutti i corpi, il sale dei metalli.
Il diametro orizzontale simboleggia questo avvenimento che ordinò e stabilizzò tutto il creato dividendo il Cosmo in Macro e Micro, in acque superiori e inferiori. Il sale nella immaginazione alchemica è ciò che determina l’equilibrio, la stabilizzazione la combinazione armonica tra anima e spirito, tra zolfo e mercurio.
Appare pertanto che il sale non è un principio autonomo, ma il risultato di una mediazione tra gli altri due, ed infatti i Filosofi più antichi non ponevano quest’ultimo tra i principi alchemici e lo citavano con il termine medium.
E’ Soltanto con Paracelso e con Basilio Valentino che il sale viene definito in modo esplicito e assurge a terzo costituente assieme allo zolfo e al mercurio a pari diritto nell’opera alchemica.

CLAUDIO COMASTRI

Il Fuoco da sempre ha accompagnato l’uomo fin dall’inizio della sua storia riscaldandolo, proteggendolo, nutrendolo, aggregandolo in gruppi al suo cospetto. Da sempre usato in varie maniere e secondo il proprio grado evolutivo, dall’uso primitivo in caverna all’uso bellico per un fine di conquista e prevaricazione, come monito di perenne castigo di bruciare all’inferno per l’eternità per chi peccava, o peggio, usato con i roghi nel medioevo da chi riteneva di avere l’unica e sola verità.
Con l’evoluzione dell’uomo, non solo esteriore, il fuoco cominciò ad avere anche un’importanza simbolica a secondo della credenza o del Dio che era chiamato a rappresentare, usato nelle cerimonie pagane, nei templi, nelle chiese, simbolo del divino esteriore ma anche analogicamente a rappresentare quel fuoco sacro a disposizione dell’uomo e l’astrologia lo afferma con tre segni di Fuoco, il primo è l’Ariete la cui sede è nella testa, il secondo è il leone corrispondente al cuore, il terzo è il sagittario con i corrispettivi pianeti Marte, Sole, Giove, e l’uomo può utilizzare questi fuochi per operare nel proprio forno utilizzando L’Immaginazione, L’Amore Puro, e L’Eros.
Commisto in varia misura con gli altri tre elementi: aria, acqua e terra costituiscono la materia del mondo fisico, e li rinveniamo nel microcosmo Uomo in quanto egli stesso è composto di Fuoco (calore corporeo), terra (ossa), acqua (linfe e liquidi), aria (ossigeno nel sangue e respirazione), e necessita di questi elementi per vivere nel suo ambiente.
L’incantamento di un focolare, il suo riverbero magnetico del nostro fuoco interiore assopito o in fase di risveglio, il fuoco esterno che accende quello interno, o inversamente un fuoco interiore (evoluto) che influenza la materia-composto per chi lavora con gli alambicchi, la vita che è (o dovrebbe essere) un processo di combustione nel nostro crogiolo.
Il suo simbolo è un triangolo con la punta verso l’alto proprio a imitarne la fiamma che arde puntando al cielo in senso di trasformazione-rigenerazione della materia ed elevazione dopo averla purificata, fuoco inteso anche come pensiero trainante e forza di volontà.
Nei tarocchi la lamina corrispondente al Fuoco porta il numero 19 e rappresenta il Sole, sono raffigurati un uomo e una donna che si tengono per mano, l’unione dello Spirito con l’Anima, zolfo e mercurio, un passaggio che segna un allargamento della coscienza per il viandante che percorre questo sentiero.
Si può riassumere quanto scritto con l’acrostico “INRI” che dal punto di vista alchemico recita “Ignis Naturae Renovatur Integra” ossia “il Fuoco rinnova tutta la Natura”.

LUCIANO ARTIOLI