Centro Studi Ermetici Alchemici

LA FISICA DELL'UNO

Come diceva lo stesso Jung, l'alchimia è un lungo e arduo processo d’individuazione, tramite il quale trovare una vera identità. E infatti, alla fine di tale processo, l'operatore si identifica mentalmente ed emotivamente con la stessa Causa Prima, con l’Uno, con lo stato virtuale dell’esistenza reale: un campo di energia e di creatività indeterminato e indefinito, dato che tale energia e creatività sono eterne ed infinite.
L’ermetismo alchemico paragona questo campo di energia e di creatività ad un cerchio, il cui centro è ovunque e la cui circonferenza è in nessun luogo. Quindi.. più indeterminato e indefinito di così!
Ma occorre aggiungere che anche la fisica moderna nell’ultimo secolo ha indagato e sperimentato in un campo di ricerca che si avvicina sempre più al campo di ricerca spirituale dell’ermetismo alchemico, nel tentativo di formulare la Teoria del Tutto o meglio sarebbe dire dell’Uno. Tale teoria dovrebbe spiegare con formule matematiche coerenti, con equazioni eleganti, sia la formazione che l’intera struttura dell’universo.
Ma in questo tentativo i fisici sono giunti spesso a concepire concetti del tutto metafisici, che ad esempio sono molto simili al principio alchemico dell’ energia unica o della prima materia.
Infatti, l’alchimia ipotizza un pensiero che genera costantemente l'universo ed una memoria che costantemente lo guida, un’istanza progettuale che da senso e continuità alla vita, e un’energia unica che tramite diverse frequenze, che gli alchimisti chiamano archetipi planetari, muove e sostiene la natura. La stessa alchimia ipotizza inoltre una materia prima da cui, tramite diverse e più spesse condensazioni di energie, chiamate archetipi elementari, e secondo le potenzialità di un archetipo zodiacale, traggono origine e forma gli esseri viventi.
Einstein, il padre della fisica moderna, che aveva una profonda visione religiosa, ha scritto che Dio non gioca a dadi. E lo stesso ha affermato che ipotizzare un'origine casuale dell'universo, e non un’origine metafisica, è come ritenere possibile che si possa prendere a martellate un orologio e poi ricostruirlo, funzionante esattamente come prima, agitando in un barattolo i meccanismi fracassati, anche se questo avvenisse per milioni di anni.
Anche se non lo vuole ammettere, la scienza fa spesso della filosofia, più o meno suggestiva, che sperò coinvolge forti interessi economici, perché ottiene cospicui finanziamenti per la relativa sperimentazione. E ciò avviene quando si afferma che casualmente l’universo è stato prodotto dal Big Bang o la materia dal bosone di Higgs, dal momento che tali teorie non spiegano cosa ci sia prima del Big Bang o del bosone, se non con premesse indimostrabili.
La scienza ha ricercato l’Assoluto dapprima con la teoria del campo unificato delle quattro forze che strutturano l’universo. E la prima è la forza gravitazionale, scoperta da Newton grazie alle sue teorie alchemiche sull’universo. Secondo la teoria della relatività tale forza tiene legato un corpo ad un altro corpo, in proporzione alle rispettive masse e per le distorsioni spazio temporali che esse determinano col loro movimento, con caratteristiche che appaiono analoghe a quelle dell’elemento terra.
La seconda è la forza elettromagnetica, che determina un sistema interattivo di campi magnetici, che attraggono o respingono le particelle che costituiscono i relativi corpi fisici, con caratteristiche analoghe a quelle dell’elemento acqua. La terza è la forza nucleare debole, che trasforma nel nucleo dell’atomo i neutroni in protoni e determina un'estesa radioattività, con caratteristiche analoghe a quelle dell’elemento aria. La terza è la forza nucleare forte, che tiene insieme protoni e neutroni nel nucleo dell’atomo che, se viene scisso, sprigiona una forza enorme, con caratteristiche analoghe a quelle dell’elemento fuoco.
Lo stesso Einstein ha passato gli ultimi anni della sua vita nel tentativo di realizzare col campo unificato la teoria dell’Uno, ma senza riuscirci, per conciliare la sua teoria della relatività generale, che spiega i fenomeni gravitazionali del mondo macrocosmico con regole precise e fenomeni prevedibili, con la fisica quantistica, che spiega i fenomeni del mondo microcosmico in termini probabilistici, non prevedibili.
Solo negli anni 60 e 70 è stato sperimentato il cosiddetto Modello Standard dell’universo, basato unicamente sulle leggi della teoria quantistica dei campi. Ma essa può finora prendere in considerazione solo le interazioni forti, deboli ed elettromagnetiche. E queste ultime due sono state unificate in un campo elettro debole, formato da un’energia e un calore molto intensi, prodotti dall’elevata velocità in cui avvengono scambi di particelle elementari , con caratteristiche simili all’alta frequenza vibratoria dell’anima mundi, postulata dagli alchimisti.
In situazioni di velocità ancora più alta delle particelle, praticamente sincronica, quindi con un’energia e un calore enormi, alcuni fisici hanno dimostrato anche l’unificazione della forza elettrodebole con quella forte, con caratteristiche analoghe alla volontà ideatrice e creatrice dell’Assoluto, postulata dagli stessi alchimisti. Ma il Modello Standard è coerente solo se non si prende in considerazione il campo gravitazionale e la materia oscura dell’universo (circa l’85% della sua massa) e neppure si concilia col Big Bang.
Per i suoi sostenitori il Modello Standard è diventato più coerente con la scoperta del bosone di Higgs e del relativo campo, che è un campo praticamente vuoto, virtuale, da cui emerge per il collasso d'indefinite funzioni d’onda questa fantomatica particella, che in un istante infinitesimale produce i quark e poi scompare senza lasciare traccia, se non con costosissimi e ambivalenti procedimenti di rottura di particelle elementari. I bosoni sono detti anche particelle di dio, perché in effetti emergono da un campo che è analogo al concetto ermetico dell’Assoluto: al cerchio il cui centro è ovunque e la cui circonferenza è in nessun luogo.
Successivamente al Modello Standard è emersa la Teoria delle Stringhe, che tenta di conciliare la visione ben definita della relatività con la meccanica quantistica, col suo principio – molto ermetico - di indeterminazione, per cui non è possibile determinare contemporaneamente la posizione e la velocità delle particelle/onde elementari. Essa non concepisce più un universo formato da particelle puntiformi, ma da entità fondamentali enormemente più piccole, di massa zero e non verificabili in alcun modo. Esse sono anelli di energia unidimensionali che, come le corde perennemente vibranti di un’arpa, determinano una serie di diverse frequenze, del tutto analoghe alle funzioni degli archetipi planetari. Queste diverse frequenze, a loro volta, caratterizzano i diversi quark della materia subatomica, l’energia, lo spazio e il tempo, in analogia con la pitagorica musica delle sfere.
Queste entità unidimensionali si manifestano in dimensioni più sottili rispetto alla quella fisica pluridimensionale, e quindi sono nascoste nelle pieghe della materia, con una visione simile a quella dell’esoterismo. La teoria si è poi divisa un cinque teorie diverse, perché sono state ipotizzate cinque stringhe diverse: anelli chiusi, aperti, con forme più o meno allungate. E queste cinque diverse forme richiamano i poligoni regolari ipotizzati dal neoplatonismo per i 4 elementi e la quintessenza: per il fuoco il tetraedo, le cui facce sono quattro triangoli equilateri; per l'aria l’ottaedro, le cui facce sono otto triangoli equilateri; per l'acqua l’icosaedro, le cui facce sono venti triangoli equilateri; per la terra il più noto cubo; per la quintessenza il dodecaedro, le cui facce sono dodici pentagoni.
Infine la fisica ha sfornato ipotesi più recenti, come la Teoria della Supergravità, la Teoria delle Membrane e la Teoria M. E questa lettera M sarebbe, proprio per gli scienziati che l’hanno concepita, l’iniziale di mistero o di magia. Tali teorie concepiscono sempre un universo formato con stringhe, che però si manifestano in undici dimensioni, 10 spaziali e una temporale, di cui una estremamente sottile, misteriosa e che praticamente da origine al Tutto. Infatti in essa è concentrata una forza gravitazionale immensa, che si riflette sempre meno fortemente nelle altre dieci dimensioni e che poi si manifesta nella gravità molto debole che si riscontra nell’universo fisico.
Queste undici dimensioni assomigliano molto all’Empireo e alle altre dieci sfere metafisiche o spirituali della Tradizione: quelle delle sette funzioni planetarie - dalla Luna a Saturno- , la sfera delle potenzialità zodiacali, la sfera del cristallino e del primo mobile. Sempre secondo la Tradizione, prima di apparire nella realtà materiale, attraverso queste sfere passano i semi virtuali - le monadi - delle cose e degli esseri viventi ideati dall’Assoluto, rivestendosi al passaggio di ognuna di esse con una determinata caratteristica psichica o fisica.
Alcune recenti teorie scientifiche presuppongono perfino l’esistenza di diversi anelli di energia pluridimensionali o membrane, cioè di mondi paralleli al nostro – e qui siamo proprio nel regno dell’occulto o del paranormale- , che interagendo per mezzo di forze enormi possono produrre altri universi, come nell'ipotesi del Big Bang.
Non deve stupire che moderne teorie scientifiche siano analoghe a filosofie ermetiche di duemila anni fa, perché gli scienziati, come gli artisti e gli stessi alchimisti, spesso si collegano inconsapevolmente all’inconscio collettivo e da esso attingono ispirazione, teorie scientifiche, poetiche artistiche e principi ermetici con notevoli somiglianze. Difatti la sperimentazione alchemica ha sempre avuto un metodo quasi scientifico ed è stata chiamata anche Gaia Scienza.
Tuttavia si tratta di una scienza sui generis, dove il ragionamento intuitivo e analogico prevale su quello analitico e deduttivo, di una fisica che sconfina nella metafisica, di una metodologia dove osservatore e materia osservata possono e devono influenzarsi a vicenda. E ciò non è pura fantasia, perché questo fenomeno è già stato confermato dalla meccanica quantistica.
Comunque si tratta di una conoscenza che non ha la presunzione di dare delle regole esatte come quelle matematiche, delle classificazioni rigide come nella chimica, nella elettricità, nella elettronica, nella termodinamica, e che spieghino tutto ciò che esiste e si manifesta nell’universo. In alchimia non esistono verità assolute, ma relative ad un dato momento, ad una data prospettiva, ad una data percezione, ad un dato livello di consapevolezza. Le variabili metafisiche, dovute ai diversi archetipi operanti in natura e nell’uomo, attivi o inattivi nell’ambito di un particolare aspetto spaziotemporale, sono molteplici e modificano continuamente le manifestazioni materiali. Inoltre, in ogni ciclo cosmico o esistenziale, si succedono momenti di caos, di crisi o di morte, che spazzano via l’ordine precostituito e producono la biodiversità necessaria a conservare la vita e a diversificare il campo informativo universale.

GIORGIO SANGIORGIO