Centro Studi Ermetici Alchemici

L'IMMAGINAZIONE ERMETICA

Un concetto base dell'alchimia è che un corretto procedimento di lavorazione e raffinazione di un materiale si riflette simpaticamente all'interno dell'operatore, favorendo un analogo e contemporaneo processo di raffinazione interiore. Ma il concetto è valido anche in senso inverso ed un reale perfezionamento interiore influenza simpaticamente l'azione che svolgiamo nel mondo esteriore.
A tale fine, oggigiorno, è impensabile proporre una lavorazione metallurgica con forni e crogioli. E' preferibile dedicarsi a pratiche più semplici e meno costose, dal canto alla danza e ad altre espressioni artistiche, dalle attività artigianali alla cucina e al giardinaggio, dalla erboristeria alla medicina e alla psicanalisi, purché coinvolgano i campi energetici della natura e dell'uomo.
Dato che l’alchimia presuppone un intimo legame tra pensiero e materia, tramite l’intermediazione delle immagini e la forza evocatoria dei simboli, è fondamentale immaginare una serie di progetti sempre più impegnativi e poi operare per farli nascere in concreto, esattamente come erano stati prima immaginati, utilizzando la magia delle azioni e delle parole ritualizzate, cioè a cui si è dato il giusto ritmo e intento.
In questo lavoro, da una parte si utilizza il rito per canalizzare l'immaginazione e la volontà, dall'altra si utilizza l'arte e la scienza per raffinare la percezione e l'intelligenza. Si tratta di un lavoro difficile, che non può andare avanti, se non si è sospinti da un amore non egoistico, ma completamente disinteressato, e per questo motivo inesauribile.
Nella dimensione dell’immaginazione formativa o creativa vi è poi un potente meccanismo, propulsivo per l’alchimia interiore, assai indicato per progredire nella conoscenza e nella pratica. Tale dimensione mentale è in realtà l’emisfero destro del cervello, capace di elaborare il linguaggio persuasivo delle immagini e delle metafore.
Un simile linguaggio, superando la barriera dell’analisi critica dell’emisfero sinistro, attivo soprattutto in stato di veglia, concede molto spazio alle libere associazioni dell’emisfero destro, attivo soprattutto in stato di sonno, oppure in stato di meditazione. In questo processo si accede all’inconscio, dove sono raccolte anche le informazioni della tradizione ermetica, apprese dall’umanità più evoluta.
L’emisfero destro è collegato direttamente al sistema limbico, all’ipotalamo e all’amigdala, ponte di comunicazione tra la psiche e il corpo, perché connesso all’ipofisi. Questa ultima converte gli impulsi nervosi in una rete di messaggi ormonali ed immunitari. Una mirata immaginazione creativa può coinvolgere, con messaggi positivi, quella parte del sistema limbico che produce i neuro peptidi e stimola l’ipofisi a produrre l’endorfine, equilibrando il tono generale del sistema nervoso e psichico.
Di norma i neuro peptidi si dirigono verso recettori che sono situati nelle molecole del cervello, della spina dorsale e di altre parti dell’organismo, per suscitare emozioni del tutto naturali, quali lo stimolo sessuale e della fame. Ma spesso uno stato mentale confuso produce neuro peptidi in maniera disordinata, scatenando nell’organismo fenomeni di depressione o di euforia incontrollabili, i quali danno origine a stili di vita e alimentari squilibrati.
Gli stati di depressione o di euforia, a loro volta, stimolano un’eccessiva produzione di neuro peptidi, che deteriorano, col passare degli anni, gli stessi recettori delle cellule. Pertanto esse necessitano di sempre maggiori quantità di neuro peptidi per svolgere la loro funzione. Questo circolo vizioso provoca una progressiva degenerazione delle cellule, del sistema immunitario ed endocrino, favorendo l’insorgere delle malattie.
In genere il linguaggio immaginativo alchemico ha un impatto sul sistema limbico estremamente positivo ed equilibrato. Gli insegnamenti ermetici, a differenza di quelli morali, si rivolgono all’emisfero destro con forme linguistiche positive o affermative, perché in tale dimensione mentale non ha senso il principio opposto di negazione o proibizione. Ad esempio, l’esortazione a non avere paura o a non commettere errori, che in genere produce effetti contrari sulla psiche, va sostituita con l’apprezzamento e l’esaltazione del coraggio o della sapienza.
Per dare maggiore spinta al processo suggestivo, i trattati alchemici del passato erano illustrati con immagini che dovevano colpire il lettore per mezzo di scene curiose, paradossali, anche erotiche. Esse determinano tuttora, pur in una società abituata agli effetti speciali della cinematografia o dei sistemi informatici, un sottile impatto emotivo, che coinvolge la mente e i centri sottili del corpo. Ciò aiuta a focalizzare l’immagine interiorizzata, che va tenuta in vita costantemente, fino a quando non sia in grado di uscire dalla dimensione psichica o virtuale e di entrare in quella fisica o reale, con tutto il suo carico di significati.
Occorre considerare che le parole immaginazione, immagine e magia hanno la stessa origine etimologica e quindi lo stesso significato occulto. La sede del mondo immaginale - la testa - è la parte più importante del misterioso vaso ermetico, al cui interno avvengono le trasmutazioni della materia prima. Difatti molti alchimisti affermano che la testa e le circonvoluzioni del cervello assomigliano ad un apparecchio di condensazione per la distillazione delle sostanze più grossolane: alla serpentina dell’alambicco.
Spesso le allegorie alchemiche raggiungono il paradosso, come quando si parla dell’acqua che arde e del fuoco che lava; dello spesso che deve diventare sottile e del sottile che deve diventare spesso; della madre che deve generare il figlio e del figlio che deve fecondare la madre. Il paradosso ha la stessa funzione del koan nel tao o nello zen: quella di bloccare momentaneamente, con la sua apparente contraddizione, le funzioni cerebrali, per portare il lettore in uno stato psichico non ordinario - oltre il razionale - dove può avvenire l’acquisizione immediata del significato simbolico.
Il messaggio alchemico è tipicamente olistico, cioè superiore alla semplice somma delle singole enunciazioni. Le affermazioni sono interscambiabili fra loro. Esse poi sono ripetute da punti di vista diversi e possono apparire contraddittorie. Spesso una stessa parola ha un significato doppio, come il termine greco pharmakon, che può significare medicina o veleno; come d'altra parte quello francese poison, che può significare pozione o veleno. La stessa sostanza può essere chiamata con nomi diversi, secondo il suo grado di lavorazione.
Caso limite è la parola mercurio, usata continuamente e con significati molteplici. Spesso il termine mercurio è usato per indicare il pensiero unico dell'universo, da cui deriva l’energia che si condensa nella materia sottile, sottostante quella densa della natura. Tale energia meravigliosa è in continuo movimento e trasformazione; è l'energia vitale di base, che anima tutte le cose del creato. Tuttavia si deve ricorrere allo stesso termine anche per l’archetipo legato al dio Mercurio e al pianeta omonimo. D'altra parte si usa lo stesso termine anche per indicare il principio umido - solvente e generativo - che agisce nell'uomo e che insieme all'opposto principio secco – lo zolfo coagulante e fecondante - attiva la trasmutazione.

GIORGIO SANGIORGIO