L’alchimia è stata una dei valori portanti e innovativi della civiltà occidentale fino a tutto il Seicento; ha dato un contributo determinante allo sviluppo della medicina e alla scoperta dei prodotti farmaceutici e tuttora può essere di aiuto per chi ricerca uno stile di vita che tuteli la salute psicofisica.
Molte volte si pone l’accento sull’aggettivo spirituale, per distinguere l’alchimia da tempo prevalente in ambito esoterico o psicoanalitico, detta interiore o mentale, dall’alchimia metallurgica o spagyrica, detta esteriore o materiale, che ha utilizzato nei secoli passati un gergo molto complicato ed operazioni di laboratorio ormai desuete o praticate da pochi.
Tuttavia la distinzione tra alchimia spirituale e alchimia materiale, se è appropriata per quanto riguarda il linguaggio e i metodi utilizzati, trae in inganno per quanto riguarda la finalità. Difatti entrambe concepiscono l’opera alchemica come una ricerca all’interno della materia e dell'uomo, nella sua struttura profonda e invisibile, per separarne le parti sottili dalle spesse, per distillarne le parti mobili o volatili dalle fisse, potenziandone l'essenza che rigenera e sana, neutralizzandone le scorie che invece corrompono ed ammalano.
Questo lavoro può essere diretto verso una pratica di laboratorio capace di estrarre dalla natura la sua energia vitale, ma anche verso la trasformazione dello stesso l’alchimista, che attraverso la sperimentazione delle proprie funzioni psicofisiche, può sperimentare nel proprio corpo lo spirito imprigionato nella carne, cioè la sua energia intelligente, per poi rinnovare o rettificare col potere dello spirito lo stesso corpo.
L’alchimia è ricerca sperimentale sui segreti di un universo considerato unitario e vivente, organico, di cui l'uomo è parte integrante fondamentale, ma sconfina nella metafisica e da risposte attendibile a domande che l'uomo da sempre si pone sul senso della vita. E' pertanto conoscenza ed evoluzione interiore, che vanno messe alla prova attraverso il successo o meno in determinate attività: nella produzione di farmaci, nella cura del proprio stato di salute, dell’attenzione, della percezione, della consapevolezza, in positive relazioni con gli altri e l’ambiente circostante, nelle iniziative che danno un senso ed un valore non effimero all’intera esistenza.
Alla luce di queste considerazioni si capisce come i farmaci alchemici, detti tinture, abbiano caratteristiche particolari: in primo luogo derivano la loro efficacia dall'anima della pianta o del minerale utilizzato, che si riflette nell'aspetto fisico determinando sostanze con specifiche valenze terapeutiche; in secondo luogo le erbe e i metalli vanno raccolti e lavorati in tempi astrologici precisi, con lunghi processi artigianali di selezione, lavaggio, sminuzzamento e cottura, fatti a mano, con acqua di fonte e lievito, col concorso fondamentale dello stato spirituale dello stesso operatore di laboratorio.
Le erbe, in modo particolare, fin dall'antichità fanno parte del processo di purificazione del metabolismo e di trasformazione della coscienza degli alchimisti, che si appropriano della loro vibrazione energetica tramite infusi, macerazioni e fumigazioni. I primi ricercatori imparano a conoscere le virtù terapeutiche delle piante, stimolati dalla osservazione del comportamento degli animali, istintivamente in contatto con l'anima intelligente del mondo e che quando sono ammalati - anche se carnivori - si disintossicano con determinate erbe.
I principi su cui si basa la medicina praticata dagli alchimisti derivano dall'antico Egitto, come gran parte della teoria e della pratica alchemica. Ciò è dimostrato dal papiro di Ebers, datato intorno al 2.000 A. C. e dove si tratta del cuore segreto. In questo trattato l'organismo umano è già considerato un complesso metafisico, composto di materia ed energia vitale, di cui il condensatore principale è situato intorno al plesso cardiaco. Da questo condensatore si snodano dodici canali energetici principali, che distribuiscono l'energia vitale in centraline secondarie, situate presso le ghiandole endocrine e gli organi.
L’utilizzazione medica dei procedimenti di distillazione e raffreddamento, fermentazione e calcinazione, applicati sulle sostanze vegetali, è approfondita dall’alchimia araba, che tra il IX e il XII secolo porta alla scoperta di oli essenziali, acidi, alcali e sali, dell’acqua distillata, dell’alcool – la cui parola di origine araba significa il diavolo - , dei liquori medicinali, nel tentativo di realizzare l’oro potabile, la medicina universale che può perfezionare fisicamente e spiritualmente l’esistenza terrena.
In Europa l’utilizzazione medica delle conoscenze alchemiche nasce ufficialmente con l'Umanesimo, anche se nel Medio Evo già esiste una certa pratica erboristica – spesso di guaritrici o levatrici di campagna che successivamente con l'Inquisizione corrono il rischio di essere bruciate come streghe - e circolano erbari e ricettari bizantini, tradotti dal greco in latino. Come la più antica alchimia metallurgica nel crogiolo, nata nel periodo greco alessandrino, negli ambienti colti del Rinascimento l'alchimia verde è mezzo di studio per verificare in vitro le correlazioni esistenti tra la terra e il cielo stellato, tra l'uomo e l'universo.
Già tra il IX e il X secolo la medicina occidentale trae insegnamento da testi greci ed arabi, tradotti in latino dalla Scuola Medica Salernitana. Questa ha il merito di diffondere l’idea che la malattia va combattuta attivamente, con dei farmaci, rifiutando il concetto teologico che è inutile curare il corpo corruttibile, quando la vera salvezza risiede in Paradiso. Il testo ufficiale della scuola, il Regimen Sanitatis, scritto in versi latini, ha una grande diffusione e migliora le conoscenze igieniche e sanitarie in tutta Europa.
Le tecniche di vetreria per la costruzione di alambicchi sofisticati sono messe a punto soprattutto dai benedettini e dai francescani, che almeno fino a quando ciò non è proibito dall'autorità papale, nel XIV secolo, sono esperti alchimisti, che ricercano una quintessenza terapeutica nei distillati alcolici del vino e di altri prodotti vegetali, come tutt'oggi molti frati seguitano a fare in alcuni monasteri.
Il primo ad utilizzare metalli trattati alchemicamente a fini terapeutici è però il medico svizzero Philippus Von Hohenheim, che nel Cinquecento con varie pubblicazioni favorisce il sorgere e l’affermarsi della chimica farmaceutica. Questo alchimista, che per alcuni anni acquista esperienza come cerusico al seguito di eserciti impegnati nei campi di battaglia, è conosciuto con il soprannome di Paracelso, da lui scelto ad indicare il fatto che le sue sperimentazioni oltrepassano le conoscenze dei medici tradizionalisti del suo tempo, legati alla medicina scolastica e prevalentemente teorica di Celso, che disprezzano cerusici e farmacisti che come Paracelso si sporcano le mani ricucendo ferite sanguinanti o lavorando erbe. Tra l'altro è il primo a scoprire le proprietà del laudano come anestetico per le operazioni chirurgiche.
Anche secondo Paracelso l'organismo umano è un delicato complesso di materia ed energie archetipiche, un sistema di reazioni nel quale giocano un ruolo fondamentale i tre principi metafisici degli alchimisti, lo zolfo solare, maschile, attivo, coagulante ed il mercurio lunare, femminile, passivo, solvente, mediati o catalizzati dal sale terrestre, che equilibra i primi due opposti, ma complementari. Pertanto l'origine delle malattie è da ricercare nello squilibrio o in un equilibrio non dinamico di questi principi o stati d'essere e non solo nella disarmonia dei quattro umori della medicina classica tradizionale, che spesso ne è solo l'effetto: chimicamente uno squilibrio tra sostanze acide, basiche e saline; fisicamente tra cariche elettriche positive, negative e neutre; nel campo energetico tra elettricità, magnetismo ed elettromagnetismo; per quanto riguarda l'uomo tra sfera psichica, sfera emozionale e sfera istintiva motoria.
La stessa efficacia del farmaco vegetale deriva da una sinergia tra gli oli essenziali prodotti dalla loro distillazione, l'alcool o etanolo prodotto dalla fermentazione delle parti fibrose spesse, i sali minerali e gli oligoelementi ricavati dalla calcinazione dei residui delle lavorazioni precedenti. Inoltre la salute può essere ristabilita utilizzando rimedi di natura minerale, elementare, più facilmente scomponibile in parti sottili; oltre che con rimedi di natura vegetale o animale, organica, più complessa, come ghiandole di anfibi o rettili.
Paracelso conia per il suo metodo il termine spagyria, composto da due verbi greci, che significano separare ed unire: separare con la distillazione e sublimazione i componenti vitali e sottili da quelli inerti e spessi, depotenziando gli elementi tossici del minerale o del vegetale grezzo; realizzare il farmaco unendo nuovamente il principio volatile purificato al residuo denso calcificato, che così fissa il volatile. Paracelso e i suoi discepoli rivoluzionano i concetti della medicina medievale, basata sui testi di Galeno e Ippocrate, sui canoni aristotelici dei quattro elementi e della circolazione dei relativi umori.
I primi sono terra, acqua, aria e fuoco - le qualità sottili o filosofiche della materia - e i secondi sono i punti d'incontro tra il corpo e la natura universale: la bile nera, dal sapore aspro, legata alla terra e che produce il temperamento melanconico; il flemma, dal sapore salato, bianco, legato all'acqua e che produce il temperamento flemmatico; il sangue, dal sapore dolce, rosso, legato all'aria e che produce il temperamento sanguigno o esuberante; la bile gialla, dal sapore amaro, legata al fuoco e che produce il temperamento tonico o collerico.
E' da precisare che i quattro umori sono fluidi o flussi invisibili - come gli elementi da cui derivano - e che i medici dell'antichità, che non possono sezionare i cadaveri per il precetto religioso di non danneggiarne l'anima e quindi conoscono poco l'anatomia umana, li deducono da sostanze visibili, prodotte dal corpo: il coagulo del sangue e le feci per la bile nera, il muco o le lacrime per il flemma, ovviamente il sangue per l'umore sanguigno, il pus o il vomito per la bile gialla.
Ora, con le conoscenze approfondite della fisiologia umana, si può affermare che gli antichi umori in realtà sono stati vibrazionali dei sistemi endocrino, enzimatico, immunitario e neurologico, che determinano la produzione di quantità diverse di ormoni, enzimi, anticorpi, neuro trasmettitori e neuro modulatori, con ciò condizionando tutto il metabolismo, la salute, la sfera emozionale e psichica dell'uomo, tra loro interagenti.
Quindi Paracelso modifica le teorie classiche, che partono dal presupposto che le malattie causate da un eccesso di un determinato elemento, umore e temperamento, vanno compensate assumendo le qualità di elementi contrari, oltre che con l'estrazione diretta dal corpo dell'umore in eccesso con salassi, purghe e cataplasmi. Quindi, per fare degli esempi, l'eccesso di umido è combattuto dal secco, di caldo dal freddo, di bile nera e melanconia dal sangue e dal temperamento esuberante, di flemma dalla bile gialla e dal temperamento tonico. Tutti sanno che un raffreddore è risolto da un ambiente asciutto e riscaldato, una insolazione o una febbre alta da impacchi ghiacciati, uno stato di depressione da uno stato di allegria, ecc.
Non tutti sanno che nell'erboristeria classica le malattie derivanti da un eccesso di bile nera - di freddo e di secco che aumenta con l'autunno – quali la stipsi e la depressione erano trattate con erbe calde e umide come la senna e l'elleboro. Le malattie derivanti da un eccesso di umore flemmatico - di freddo e di umido che aumenta d'inverno e diminuisce in estate – quali il catarro e i problemi respiratori erano trattate con erbe calde e secche come il timo e l'issopo. Per le malattie derivanti da un eccesso di umore sanguigno – di umido e di caldo che aumenta in primavera e in estate – quali la gotta e la diarrea erano usate erbe fredde e secche quali la bardana. Infine per i malanni causati da un eccesso di bile gialla – di caldo e di secco che aumenta in autunno – quali il nervosismo e i disturbi del fegato erano utilizzate erbe fredde e umide come il rabarbaro e il tarassaco.
In genere il metodo più semplice per assumere l'essenza vegetale è la classica tisana, con la pianta fresca appena raccolta o la pianta seccata al sole, conservata in vasi di terracotta o di vetro scuro, lontani dal sole, immergendola in acqua bollente per circa 15 minuti, poi filtrando e bevendo l'infuso con un po' di miele monofiore (acacia, rosmarino, tiglio , timo) o zucchero grezzo.
In generale può affermarsi che nell'uomo un eccesso di terra determina col tempo, specialmente in età avanzata, sclerosi nelle arterie e nel cervello, artrosi e artriti; che un eccesso di acqua favorisce pressione bassa, crescite di tumori e alterazioni metaboliche; che un eccesso di aria favorisce asma e allergie; che infine un eccesso di fuoco favorisce pressione alta, infiammazioni, nevralgie.
In realtà la spagyria, influenzata dalla filosofia neoplatonica del tempo, attribuisce un grande effetto terapeutico all'anima vitale e sensibile dei prodotti della natura, non solo ai suo componenti materiali, con qualità elementari, che oggi sono dette principi attivi. Queste sostanze - alcaloidi, glucosidi, lipidi, mucillagini, oli essenziali – possono stimolare positivamente alcune parti del metabolismo e sono utilizzate dalle stesse piante come scorte di riserva, per combattere parassiti o affrontare le variazioni climatiche. Esse sono meglio assorbite dall'organismo e a lungo termine hanno maggiore efficacia, se restano unite alle altre sostanze della pianta, mentre hanno diverse controindicazioni e quindi nel tempo meno efficacia, se sono allo stato puro, prodotto sinteticamente.
Difatti un farmaco spagirico va prodotto con tecniche di fermentazione, distillazione, macerazione e calcinazione molto lunghe, che permettono di estrarre l'anima o il cosiddetto principio essenziale della pianta: non solo la lor bioenergia disponibile ma anche quella potenziale, derivante dalla sinergia di polarità attive e passive, dei tre principi alchemici, degli elementi sottili facenti parte in maniera organica della loro anima vitale e sensibile, a sua volta collegata all'anima unitaria della natura, un insieme superiore alla semplice somma delle loro parti visibili. Tecniche analoghe sono utilizzate per i metalli, anch'essi ritenuti viventi.
Il principio essenziale o archetipico è individuato dall'alchimia spagirica seguendo l’ipotesi che nell’esterno d’ogni pianta o minerale si evidenziano segni o caratteri specifici, derivanti da ciò che li anima dall'interno, che in ultima analisi è il manifestarsi di sette archetipi spirituali, chiamati dall'astrologia classica pianeti e dagli alchimisti metalli: Saturno, Giove, Mercurio, Venere; Marte, Luna e Sole; nello stesso ordine piombo, stagno, mercurio, rame, ferro, argento e oro.
Per la spagyria l'interiore riflette intorno a sé l'esteriore, come in uno specchio in cui contemplare il processo archetipico di generazione della forma materiale. Ogni cosa nasce dall'interiore e ne conserva la sua impronta nel colore, nell'odore, nel sapore e nella forma. La cura dell'interiore appartiene al fluido mondo dell'anima e quella dell'esteriore alle rigide leggi del mondo fisico; ma se l'interiore penetra l'esteriore, infondendo la sua forza creatrice, anche il fisico viene equilibrato o guarito da eventuali malattie.
L'anima vitale manifesta nel mondo fisico l'onnipresente e onnipotente spirito metafisico, di cui i sette pianeti sono specifici vettori energetici. L'anima è quindi l'energia dello spirito operante nella materia, presente in ogni ente vivente fin dalla sua nascita e fino a quando non lo abbandona per l'esaurimento dell'organismo che lo contiene. L'anima è come una immagine virtuale, modellabile col potere del pensiero e delle emozioni, che prefigura una forma visibile, caratterizzata da uno o più archetipi prevalenti.
La spagyria rivaluta uno dei principi di Ippocrate, secondo il quale l'organo può essere curato da ciò che più gli è simile, quindi meglio assimilabile. Pertanto si ritiene che gli organi dell’uomo si ritrovino nelle forme e nei colori di alcuni prodotti della natura e che la rassomiglianza fra gli uni e gli altri indichi la presenza del medesimo archetipo regolatore, il cui potere può essere estratto e introdotto nell’organo carente di tale potere, quindi malato, per ripristinarne le funzioni.
Ad esempio per Paracelso il gheriglio della noce, poiché assomiglia alle circonvoluzioni del cervello, si utilizza per alcuni disturbi mentali; la foglia della polmonaria, che assomiglia al tessuto malato e con cisti del polmone, si usa per bronchiti e tubercolosi; il fiore della calendula, che assomiglia al sole, si applica per attenuare le infiammazioni; molti fiori gialli, come il tarassaco e la celidonia, sono associati alla itterizia e pertanto usati per i disturbi di fegato; la nervatura della foglia della vite rossa sembra il diramarsi delle vene, mentre il vino rosso assomiglia al sangue e pertanto ne favoriscono la circolazione; la radice dell'aconito richiama spesso la forma dello scorpione e pertanto si usa per i morsi degli animali velenosi; la foglia perforata dell'iperico o la foglia seghettata dell'achillea, simili ad una ferita, hanno proprietà cicatrizzanti; la foglia circolare della alchemilla, simile alla forma cilindrica della cervice uterina, è utilizzata per i dolori e le emorragie mestruali.
Inoltre le radici dell'asparago richiamano i vasi del sistema linfatico e pertanto sono diuretiche e disintossicanti; le foglie della centella somigliano a ciotole capaci di contenere l'acqua piovana e pertanto trattiene ed elimina i liquidi in eccesso; le venature nel tronco del faggio ricordano le arterie e pertanto il suo estratto è indicato per il colesterolo; i semi del fieno greco ricordano il fegato e pertanto servono a depurarlo; il legno del frassino è elastico e molto resistente e pertanto i suoi estratti curano reumatismi e dolori articolari; le foglie ovali del mirtillo richiamano la forma dell'occhio ed il frutto il bulbo oculare e pertanto proteggono la vista; la foglia rugosa della salvia richiama la lingua umana e protegge il cavo orale, ecc.
I principi attivi compensano un umore in eccesso o contrastano un certo agente patogeno, ma solo il principio essenziale o animico può fortificare l'anima dell'organo malato. Esso introduce nel corpo la forza di un archetipo celeste, presente nel frutto della natura secondo le corrispondenze tradizionali che legano microcosmo e macrocosmo. Quindi l'alchimista può rettificare con la natura ciò che la stessa natura a volte crea imperfetto o incompleto.
Anche l'attuale medicina omeopatica applica il principio che il simile è curato dal simile, con riferimento non alle caratteristiche degli organi umani, ma a quelle dei sintomi visibili delle malattie. Pertanto l'omeopatia riduce all'essenza formativa e informativa, ad una particolare frequenza sostanze che producano sintomi simili a quelli delle malattie che vanno curate, come in parte si effettua nelle vaccinazioni.
Infine Paracelso intuisce che alcune sostanze sono tossiche, in quanto concentrano in quantità eccessiva la forza vitale; quindi riduce di molto le dosi da utilizzare e media i metalli con alcuni sali, in maniera che siano meglio metabolizzati dall’organismo. Nella spagyria ciò è fondamentale nella preparazione farmaceutica del mercurio, dell’antimonio e dell’arsenico, che così da veleni sono trasformati in farmaci. Il procedimento è utilizzato anche per i sali del maschile oro, utilizzati come tonico e stimolante dell'organismo, come disintossicante, per rinforzare il sistema immunitario, oppure per i sali del femminile argento, utilizzati come calmante, in caso di sbalzi di umore, con effetti benefici per tessuti, pelle, mucose e ghiandole, in caso di infezioni di batteri, virus e funghi.
Nel rimedio spagirico non è mai la quantità, ma la qualità a determinare l'azione terapeutica. Si usano dosaggi limitati, ma non si rinuncia completamente al piano fisico, come nella omeopatia. Il rimedio risiede in tutte le manifestazione sensibili e soprasensibile del prodotto, cariche di significati per l'organismo che deve reagire alla malattia, fra cui anche l'odore, il sapore e il colore, legati sempre ad uno specifico archetipo o pianeta. Saturno e la sua tipica energia sono legati al viola, a colori scuri e all'amaro; Giove all'azzurro o al blu e al salato; mercurio all'arancio e al dolce; Venere al verde e al sapore zuccherino; Marte al rosso e al piccante; la Luna all'indaco o al bianco e all'insipido; il Sole al giallo e all'acido o aspro.
Quindi il farmaco spagirico porta la propria essenza formativa e informativa sia nell'inconscio, nelle memorie profonde del corpo da cui provengono poi le reazioni immunitarie adeguate, sia direttamente nella coscienza del malato, che deve reagire con tutta la forza del pensiero o immaginazione creativa. Per il prodotto spagirico, detto tintura, a volte si usa una distillazione dolce con vapore d'acqua e la fermentazione è eseguita sempre nell'acqua, senza lievito, con un processo che può durare da alcuni giorni o alcune settimane, secondo il tipo di pianta. Il prodotto è un insieme dinamizzato di oli essenziali, di etanolo (10/20 % massimo) e sali. Si può ricavare anche un unguento, mettendo la pianta seccata in un vaso con olio di ricino e lasciandola in infusione per circa 40 giorni, mescolandovi poi la calcinazione del residuo.
L'alchimista, che in sostanza è medico di sé stesso, preferisce utilizzare i farmaci allopatici per curare malattie gravi o acute, i farmaci spagirici o omeopatici per curare malattie croniche o psicosomatiche. Comunque gli uni non escludono gli altri.
In via preliminare occorre capire che nella formazione delle malattie vi sono cause genetiche o ambientali, che di per sé non sono determinanti, ma che lo diventano a causa di fattori scatenanti, come l’alimentazione squilibrata, gli sconvolgimenti emotivi e soprattutto lo stress esistenziale, dovuti alla mancata comprensione dei valori e dei significati della vita.
Ad ogni modo la realizzazione del farmaco spagirico avviene attraverso una relazione sottile tra l’anima dell’alchimista e l'anima del prodotto manipolato, tra la sua coscienza e l’anima della natura, di cui deve apprendere il linguaggio muto, come il processo di guarigione può perfezionarsi solo attraverso una interazione attiva tra l’anima del medico e quella del malato. Pertanto il successo è influenzato dallo stato di purezza spirituale del terapeuta.
L'alchimia è una conoscenza olistica e pertanto considera le qualità degli elementi o i principi attivi per agire nella dimensione fisica, gli umori e i temperamenti per far interagire corpo e mondo sottile dell'anima, le energie formative e informative dei pianeti per far interagire anima e dimensione metafisica dello spirito. In questo senso sono necessari farmaci minerali e vegetali, sia omeopatici che allopatici, ma soprattutto un positivo rapporto di scambio con lo stato emozionale ed il campo energetico degli esseri viventi con cui si entra in empatia o simpatia, privilegiando le persone che completano o equilibrano il proprio umore o temperamento, in specie con una polarità sessuale opposta.
Nelle relazioni che legano corpo e mente umani allo zodiaco, per gli alchimisti è molto importante il sistema endocrino, con sette ghiandole che producono ormoni e neurotrasmettitori di grande importanza per il metabolismo e l'attività mentale. Come i pianeti si muovono intorno al sole per effetto della sua forza gravitazionale ed elettromagnetica, così nel corpo umano si muovono queste sostanze, trasportate dal sangue che circola continuamente per mezzo del cuore, il sole dell’essere umano, per raggiungere le cellule dei vari organi e i neuroni del cervello. Saturno è collegato all'epifisi, che secerne serotonine e la melatonina che regola i cicli dell'organismo, Giove all'ipofisi che secerne ormoni della crescita ed endorfine, Mercurio al pancreas che secerne l'insulina, Venere alle ghiandole surrenali che secernono l'adrenalina, Marte alla tiroide che secerne la tirossina che controlla il metabolismo, la luna alle ghiandole sessuali che secerno testosterone e estrogeni, il Sole al timo che secerne i linfociti che attivano il sistema immunitario.
Per quanto riguarda le energie vegetali, la loro raccolta deve avvenire in punti geomagnetici positivi, lontano dall'inquinamento dei centri abitati, allo scopo di ottenere un preparato più efficace, con piante che hanno mantenuto inalterata la memoria della propria specie e sviluppato a pieno il loro campo energetico.
La pianta coltivata è più debole, perché costretta a vivere in un habitat innaturale e che le fa smarrire l'anima vegetativa. Quella selvatica è più forte e quindi più attiva, perché costretta a combattere per sopravvivere, senza concimi e insetticidi, nel suo ambiente di origine, perché assorbe la composizione magnetica del luogo in cui cresce e conserva meglio le valenze terapeutiche della propria specie. Per la preparazione dei farmaci vengono utilizzate determinate parti della pianta fresca (radice, foglia, seme, fiore), raccolta nel momento di maggiore energia, coincidente con i primi giorni di luna crescente, considerando i giusti tempi astrologici: stagioni, giorni e ore precisi, corrispondenti al genio planetario della specie.
Il luogo dove nascono le piante deve essere in equilibrio con i quattro elementi: senza violente o eccessive precipitazioni per quanto riguarda l'elemento acqua; protetto da eccessiva esposizione al sole per quanto riguarda il fuoco; riparato dal vento per quanto riguarda l'aria; col giusto angolo di incidenza, dal punto di vista dell'irradiazione elettromagnetica del sole e della luna, per quanto riguarda la terra. In questo modo non si mina il delicato equilibrio idrosalino della pianta, se ne conserva il contenuto di oli essenziali e si amplifica il suo potenziale formativo e informativo.
Per estrarne tutti i principi, le radici vanno raccolte nel tardo autunno, dopo le prime brine e nelle ore del mattino o dell’imbrunire, in giornate serene e con tempo stabile; invece le foglie ed il fusto in pieno sviluppo e prima della fioritura, nelle ore calde del mezzogiorno, in giornate assolate e prive di vento; nelle stesse ore e condizioni i fiori non ancora sfioriti ed i frutti, quando hanno raggiunto la piena maturità. Generalmente le radici agiscono sul cervello, le foglie e il fusto sugli organi del torace, i fiori sugli organi riproduttivi, frutti e semi sugli organi del ricambio.
Ogni pianta ha un’anima ove è prevalente un archetipo o pianeta, che le conferisce particolari virtù curative. In genere le piante saturnali possono essere astringenti, coagulanti, antinfiammatorie, febbrifughe, refrigeranti e sedative. Le piante gioviali possono essere antispasmodiche, balsamiche ed emollienti; possono bloccare lo stimolo del vomito, regolare transitoriamente le funzioni degli organi. Le piante mercuriali possono essere antiossidanti, nervine, attenuare cefalee ed emicranie; agiscono sull’addome, sui bronchi e sui polmoni. Le piante venusiane possono essere diuretiche, antisettiche; possono arrestare le emorragie (emostatiche) ed agire sulle infiammazioni e alterazioni renali e degli organi sessuali. Le piante marziali possono essere afrodisiache, stimolanti, toniche, ma caustiche e vescicanti. Le piante lunari possono essere alterative, attenuative; agire sul plesso del gran simpatico; avere caratteristiche enzimatiche e fermentative e favorire il vomito in caso di avvelenamenti (emetiche). Infine le piante solari possono avere proprietà ricostituenti, sudorifiche, stimolanti e digestive; agire sul cuore e la circolazione.
Nello sforzo di recuperare la salute il corpo è il principale alleato del malato, purché gli venga concesso di esercitare la sua memoria e intelligenza istintiva. E' importante attendere con fiducia la fine dei lunghi processi di disintossicazione e rigenerativi, senza allarmarsi per i passeggeri contraccolpi fisici e psichici, che ne derivano. In genere i prodotti spagirici cominciano a manifestare la loro efficacia dopo una settimana e dopo tre o quattro mesi se ne sospende l'utilizzo per un mese; vanno assunti in dosi minori dai bambini e dagli anziani; non vanno assunti dalle donne nei primi tre mesi di gravidanza, prima di un intervento chirurgico. Per la maggior parte delle persone tali prodotti non possono sostituire del tutto i farmaci di sintesi nelle malattie acute o gravi, perché hanno minore efficacia se non sono accompagnati da una contemporanea purificazione della mente, da un radicale distacco dai condizionamenti e dalle abitudini di una vita molto artificiale, da un cambiamento dello stile di vita, per entrare in sintonia con i cicli e le regole della natura. In ogni caso i farmaci spagirici possono certamente completare l'effetto di altri farmaci, accelerando il processo di guarigione.
Nell'uomo la salute si regge sul delicato equilibrio tra il sistema endocrino, l'apparato immunitario, la rete neurologica e la mente. Se si scompensa uno di essi, anche gli altri si alterano e la predisposizione genetica ad una malattia ha campo libero. Quindi di estrema importanza è il raggiungimento di una effettiva sincronia tra la sfera istintiva della libido, quella emozionale delle passioni e quella psichica dell'intelletto, legate a tre tipi di cervello: il rettiliano, che spinge al soddisfacimento dei bisogni fisici del corpo e che utilizza desideri ed emozioni primarie; il limbico, che attraverso i cambiamenti di umore induce a memorizzare i comportamenti più adatti alla vita di relazione e la relativa competizione; quello proprio della corteccia cerebrale, che determina la riflessione interiore, l'intelligenza e la creatività, che possono liberare dai forti condizionamenti prodotti dai primi due cervelli, che lungo andare creano comportamenti ripetitivi, stress e alienazione, che si ripercuotono sul fisico.
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