L'ipotesi di lavoro alchemico, il contatto con l’origine spirituale dell’uomo e del mondo, va confermata e confortata da graduali ma radicali trasformazioni, che devono avvenire nell’operatore e nella realtà materiale con cui s’interagisce. Per quanto riguarda l'alchimia interiore, che è la parte più consistente del lavoro che il Convivio propone, una delle trasformazioni più importanti è lo spostamento dell’Io dagli strati superficiali e inconsistenti della struttura psichica a quelli interni, permanenti, significativi.
Si può considerare la struttura psichica dell’uomo come una cipolla, con una buccia esterna legata all’elemento terra e che racchiude strati interni sempre più sottili, legati prima all’acqua, poi all’aria e al fuoco. Il nucleo di coscienza che determina l'Io è come il cursore di un computer, che in teoria può essere spostato di qua e di là, dalla buccia agli strati più interni della cipolla, dalla personalità di superficie a stati di consapevolezza profondi, anche se in realtà per molti questo cursore è inchiodato in una data posizione, su un file limitato e arbitrario.
Il processo di spostamento dell’Io fa cadere le maschere di una personalità identificata, alienata, proiettata nella realtà esteriore, mutevole, illusoria. Dietro tale mascheramento si rivela il volto autentico dell’uomo, completo e trasformato, perché ha reali esperienze di un’altra realtà: l’integrazione armonica di corpo, anima e spirito, l’unico modo per far decantare i conflitti interiori e conservare a lungo uno stato di salute fisico e psichico.
Per fare prevalere la riflessione e la creatività, indispensabili per l'integrazione spirituale dell'uomo, sono utili operazioni che sospendono o modificano azioni o atteggiamenti automatici e condizionati, brevi periodi d’isolamento o di silenzio, perfino l’astinenza temporanea dall’alimentazione o dai rapporti sessuali, la rottura degli schemi mentali e delle abitudini, la contemplazione della natura, la focalizzazione interiore con la meditazione o la contemplazione.
Questi stacchi servono a disarticolare i meccanismi automatici del cervello rettiliano e a spezzare il condizionamento emotivo e alienante del cervello limbico. Questi due sistemi nervosi e percettivi, molto più antichi della corteccia cerebrale, spingono sempre ad agire con la paura o la rabbia, nell'agitazione o nell'ansia, a fare le cose in maniera ripetitiva e acritica, in fretta e furia, spinti dal senso di colpa o del dovere, per competere o compiacere. E tali meccanismi hanno facilmente il sopravvento sulla riflessione e l’auto-osservazione che può produrre la corteccia cerebrale, molto più lenta nelle sue manifestazioni.
Molti dedicano tutto il loro tempo e tutte le loro energie ad acquisire beni materiali, a stringere relazioni insoddisfacenti, basate su convenzioni del tutto formali, tralasciando di ricercare il vero significato della vita, cioè il suo valore spirituale. E il motivo di questo comportamento è che l’uomo è quasi sempre un essere superficiale, privo di vista interiore e di percezione sovrasensibile.
Le operazioni alchemiche hanno la finalità di modificare i codici d’interpretazione dei dati sensoriali che affluiscono al sistema neuro cerebrale dell’essere umano, di farlo così emergere dalla superficialità, da una coscienza insonnolita e dalla inerzia che ne deriva. E per ottenere tutto ciò si deve modificare l’uso sconsiderato, inappropriato, di una mente umana deviata da un processo di alienazione e proiezioni mentali, che dura da millenni e che si perpetua di generazione in generazione.
Fortunatamente tale condizionamento non riguarda la mente profonda, ma solo quella di superficie, caratterizzata da un marasma assordante e frenetico di pensieri, immagini ed emozioni incontrollate, di premesse e conclusioni contraddittorie. E’ solo nella struttura psichica superficiale, infatti, che si determina l’incessante dialogo mentale che riduce l’Io in perenne stato di confusione, impedito a formulare pensieri coerenti e chiari, tali d’attivare un effettivo cambiamento spirituale.
Ogni giorno non meno di ventimila pensieri sono processati dal cervello di un essere umano e circa il 90% di essi non cambia mai. Questi pensieri sono in prevalenza pessimistici e ansiogeni, oppure violenti, e tramite gli ormoni trasmettono la loro negatività a tutte le cellule, alterando lo stato di salute psicofisica. Poiché la psichiatria considera i pensieri dei flussi di bassa corrente, prodotta esclusivamente da reazioni chimiche nei neuroni cerebrali, si curano gli stati psicotici prevalentemente con farmaci chimici e perfino con l’elettroshock, che danneggiano il cervello.
Questo marasma assordante impedisce di ascoltare i messaggi della natura e di uniformarsi alle sue leggi, di entrare in contatto con una realtà non artificiale, più sottile, di entrare in sintonia con le persone e gli avvenimenti. E ciò produce un senso d’insicurezza, indecisione e debolezza, un ragionare vuoto e non finalizzato, proiettato nei rimpianti o nelle recriminazioni del passato, oppure nelle speranze e nei desideri del futuro. Si determina così uno stato emotivo alterato, di forte stress, che assorbe grandi quantità di energia vitale e creativa, che viene a mancare per il lavoro di trasmutazione alchemica, che è basata in fondo su procedimenti magici.
Infatti l'alchimia utilizza spesso la magia, ma solo nel senso che presuppone un intimo legame tra il pensiero e la materia, la realtà, da trasformare, tramite l’intermediazione d'immagini particolarmente significative, di una immaginazione attiva, sorretta da una volontà costante, cioè da ciò che gli alchimisti del passato chiamavano immaginatio vera, cioè dall’immaginazione creativa. E' pertanto fondamentale accumulare una notevole quantità di energia pulita, raffinata, e con questa immaginare una serie di progetti sempre più impegnativi e poi operare per farli nascere in concreto, come erano stati prima immaginati, accompagnando questo sottile processo creativo con azioni e parole ritualizzate, cioè a cui si è dato il giusto ritmo e intento, la giusta vibrazione o intensità.
La memoria profonda dell’uomo, subconscia o inconscia, dove sono riposte enormi potenzialità, non fa distinzioni tra avvenimenti reali ed avvenimenti immaginati o visualizzati. Essa attiva le stesse reazioni nell’anima, le stesse vibrazioni o frequenze nel campo energetico individuale, con l’emanazione della stessa forza di attrazione o repulsione nei confronti dei campi magnetici delle persone o delle cose del mondo circostante. E tale processo non si sviluppa in maniera differente, se a monte vi è un fatto reale o un fatto virtuale. Quindi la magia consiste nell’immaginare o visualizzare intensamente, con fiducia, progetti o scenari positivi, evolutivi per sé e per gli altri, per attrarli, farli propri e concreti. D’altra parte occorre considerare che le parole immagine, immaginazione e magia hanno la stessa origine etimologica e quindi sono collegate fra loro: ma la stessa cosa si può dire per le parole fare e fato, ritmo e rito, tentare e intento.
Ma se si vuole dare potere magico ai propri progetti, l’accorgimento più importante e pure più difficile da seguire è cominciare ad agire come se il risultato fosse già acquisito, quindi con la tranquillità che dà tale sentimento, e tuttavia essendone distaccato emotivamente, dal punto di vista egoistico. Altrimenti prendono il sopravvento i fattori che impediscono la realizzazione magica del progetto e il più delle volte è questo che succede. E questi sono i principali fattori negativi: insufficiente motivazione, risentimenti o pessimismo per fallimenti precedenti, mancanza di pazienza e di fiducia in se stesso, mancanza di un programma dettagliato seguito da azioni finalizzate allo scopo, inerzia derivante dall’attesa di un aiuto esterno o soprannaturale, scetticismo derivante da una visione troppo materialista e poco spirituale.
Purtroppo gran parte dell’umanità è in un circolo vizioso da cui è difficile uscire, dato che non è in grado di far tacere, neppure per pochi secondi, il dialogo interiore di superficie, creando il silenzio e la calma necessari per entrare in contatto con gli strati profondi e significativi della mente. Ma già un primo tentativo, ovviamente fallito, di frenare la mente che controlla l’Io ordinario, dimostra che esiste virtualmente un altro Io, che può prima o poi osservare con distacco questo meccanismo e modificarlo. Questo Io superiore è collegato alla mente profonda, strutturata in diversi livelli di consapevolezza e che può depotenziare l’attività della mente artificialmente costruita e condizionata, che usa il dialogo interno come mezzo di autoaffermazione e perpetuazione.
Solo la struttura psichica più profonda, in collegamento col piano spirituale, può spingere ad una trasformazione radicale, mentre quella superficiale è di ostacolo a qualsiasi cambiamento, perché prende decisioni sulla base delle esperienze passate e sulla visione ristretta dell’interesse personale. Essa costringe a fare le stesse scelte o a cambiare direzione fino a tornare sempre al punto di partenza, incapace di essere innovativa e disciplinata, essendo sempre fuori tempo e mai nel momento presente. Essa inoltre dà la colpa agli altri degli insuccessi, giudicando cosa è giusto e cosa è sbagliato sui propri pregiudizi.
Quindi l’alchimia interiore o mentale tende a potenziare le funzioni della corteccia cerebrale e l’auto osservazione dei propri comportamenti condizionati. Essa ricerca soluzioni e guarigioni attraverso intuizioni e immagini in stati di consapevolezza lucida, che affiorano dall’inconscio e con cui si prende coscienza dei propri squilibri profondi. A tale scopo si eseguono tecniche individuali o di gruppo, che aiutano a superare la consapevolezza opaca e i condizionamenti del collettivo, che addormentano la sensibilità dell’anima.
L’ermetismo alchemico concepisce i pensieri come onde luminose e immateriali, che circolano e si condensano al di fuori e dentro il corpo, per essere elaborate in forma razionale e intellegibile dal cervello. Gran parte di questi pensieri proviene dalla spazzatura psichica prodotta dalla collettività alienata, che permane per molto tempo nel piano metafisico sublunare, cioè la sfera energetica e informativa esistente tra il piano terreno e quello lunare vero e proprio, e che è la sede delle anime dei trapassati in decomposizione, il campo d’azione di forze legate al mondo materiale infero. Ma una piccola parte dei pensieri, estremamente significativa e positiva, è prodotta dalla mente divina e universale, dove sono contenuti gli archetipi fondamentali dell’amore, della bellezza e della verità, espressi nei secoli passati dall’umanità più evoluta.
Gran parte delle soluzioni o degli strumenti utili ad attuare la propria crescita interiore, si intuiscono nel silenzio e nell’isolamento dal mondo profano, per fare affluire pensieri positivi, per ascoltare la voce del Divino in sé e fuori di sé, facendo il vuoto nella propria personalità e nel proprio egoismo, per fare spazio alle manifestazione delle sfere metafisiche più elevate, creative ed evolute, cioè quelle legate ai sette archetipi planetari, fino a giungere al contatto con lo spirito, che tutto risolve e rigenera.
In questo lavoro è estremamente utile la meditazione ermetica, una pratica efficace per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente. E un efficace stato meditativo si ottiene con la totale concentrazione dell'attenzione nel momento presente, cioè nell’essere realmente - non solo intellettualmente - nel qui e ora. Tale pratica è volta a raggiungere un vuoto dove possono riflettersi, come in uno specchio lucido, i contenuti celati nell’inconscio e finalmente prendere corpo la presenza comunicativa e trainante dello spirito, che gli alchimisti chiamano Nume o Genio.
La concentrazione si ottiene mediante l'indirizzamento volontario dell’attenzione unicamente verso un qualcosa che facilita la riduzione e poi la completa assenza di pensieri. Spesso vengono utilizzate visualizzazioni di simboli riguardanti il mondo interiore, ma anche di semplici oggetti, tramite fasi di sempre maggiore concentrazione focalizzata. Oggetto della meditazione ermetica in genere sono i flussi energetici, i fenomeni sonori o luminosi che avvengono all’interno del corpo, oppure i fenomeni della natura, le attività manuali, l’ascolto della musica, la pronuncia ripetuta di vocali, sillabe e parole, la visione di figurazioni colorate, impegnativi movimenti corporei.
Nella meditazione si prende coscienza delle dinamiche, del modo di operare della mente di superficie, si può riuscire a distinguere tra un Io egocentrico, identificato nella personalità profana e nel nome anagrafico, ed un Io trans personale, che nella pratica alchemica si collega spesso ad un Nome Iniziatico, assunto dall’operatore all’inizio del percorso. Questo Nome o Nume è in grado di osservare lo l’osservatore ordinario, rendendo oggettivo il soggetto che medita.
La meditazione schematicamente è costituita dalla successione di quattro stati di coscienza: il praticante all’inizio vede semplicemente l'oggetto della meditazione; poi comincia a vedere che vede l'oggetto; poi comincia a vedere il vedere che vede l'oggetto; infine assorbe il vedere in uno stato che supera la dualità soggetto/oggetto della percezione, al di là dell'espressione e della comunicazione convenzionale.
Nella pratica tradizionale la meditazione è composta da un rilassamento, poi da una concentrazione, poi da un alterato stato di coscienza, da una sospensione dei processi di pensiero logico e razionale, infine dalla capacità di accedere all’autocoscienza ed alla osservazione di sé. Ma per l’uomo moderno, soprattutto per quello occidentale, la vita è una continua corsa, dominata dalla fretta, dallo stress e dalla approssimazione, e pertanto quasi nessuno all’inizio è in grado di sperimentare la quiete interiore, l’assenza di pensieri incontrollati. In queste condizioni la meditazione formale è molto difficile e spesso si è in difficoltà anche a stare immobili col corpo per un quarto d’ora.
La meditazione ermetica pertanto, per raggiungere la piena presenza, con uno stato di centratura fra i diversi centri sottili, alterna stati di meditazione formale, passiva, semplicemente ricettiva, dove si rimane immobili, senza alcuna interferenza del corpo o delle proprie azioni, con stati di meditazione informale, attiva o in movimento, meno statica, che permette di scaricare le tensioni tramite l’agire intenso e finalizzato dell’operatore.
In certi casi lo scarico delle emozioni represse, dei condizionamenti, dei complessi, può essere facilitato da una preliminare respirazione profonda, rapida ed energica, per buttare fuori con l’espirazione insieme all’aria anche le tensioni. In certi casi è perfino consigliato di urlare, scalciare, fare gesti sconnessi e senza controllo, ad occhi chiusi.
In genere la meditazione informale attiva ha a che fare con la sacralizzazione di alcune attività molto semplici, come il camminare, il cucinare, il disegnare, lo scrivere, il cantare, il pulire o lavare le cose, ecc., con particolari movimenti danzati, con la sperimentazione artistica che utilizza le onde vibrazionali del colore e del suono, con il tradizionale lavoro di laboratorio alchemico con le piante o i metalli. E questo “fare” particolare può condurre al “non fare” tipico della meditazione passiva, con una radicale pulizia dei blocchi, dei corti circuiti energetici e dei complessi che impediscono la quiete interiore.
La finalità della meditazione ermetica, come quella di altri esercizi consigliati, è abituarsi gradualmente a dare realtà all'invisibile, alla dimensione metafisica dell’infinito, dove tutto può avvenire o trasformarsi con la volontà incondizionata. Un altro scopo, non meno importante, è dilatare le coordinate dello spazio e del tempo, che limitano la percezione dell'uomo alla realtà materiale, superficiale ed esteriore.
Gli effetti cumulativi della meditazione ermetica alterano l’abituale stato di coscienza, per la formazione di un sesto senso, l'unico che permette l'accesso alla dimensione spirituale. La smaterializzazione del composto umano e della realtà ordinaria avviene quando si riesce ad entrare in contatto con l'attimo presente, allo stesso tempo immanente e trascendente rispetto alle apparenze della vita.
L’operatore alchemico alle prime armi, legato alla falsità e rigidità del mondo, tramite un efficace e sempre più attivo stato meditativo, può ritornare nel mondo originale, dove tutto è Uno e dove la realtà è fluida e sincronica. Tale lavoro va comunque accompagnato dalla costanza, dalla pazienza e soprattutto da quella umiltà che accetta l’idea di non conoscere affatto sé stesso.
GIORGIO SANGIORGIO