2012. ORA E ADESSO. SALVARE L’UOMO NATURALE
Non è nostro compito tornare alla Natura
Alla maniera di Rousseau
Ma invece ritrovare in noi l’uomo naturale.
(Carl Gustav Jung)
L’orizzonte è vuoto di fronte alle mie pupille,
Liscio, come un infinito verde azzurro.
Vuoto di pensieri e parole. Disperso tra gli alberi, (seppur appeso al filo dei segni).
Dove sarà la via? Quale apertura nella chioma della foresta.
Avremo il coraggio? Quando la pelle scotta e accende ancor di più nella canicola
Vedo solo la solitudine avanzare nel mite destino.
Ma non provo paura. Non rincorro rancore.
Ci sei tu al mio fianco. Nuvolare estatica e solare.
Ci sei tu. A volte sei la voce nella roccia incava
Che rintrona il pensiero del mondo, per altre anse
Ti riveli nella cascata liquida delle foglie d’autunno.
E poi ancor più giù, nel precipizio marino di una tromba d’argento,
E giù e su, nell’aere ribelle e lucido, del tuono che sogna l’avvento della notte.
Perché non mi mostri il volto? So che hai il guizzo dei millenni, e a tratti il passo del fanciullo.
So che conosci tutta la mia gente, anche quelli che vivono da sempre nella torre blu.
So questo e altro. Me lo hai suggerito tu, sempre tu, con un presagio che apre alla vita.
L’orizzonte è vuoto di fronte alle mie pupille. Senza luci né ombre.
Non anticipo nulla da quella linea piatta e compatta. Non verso speranze al sole.
Offro solo il mio orecchio. Quando con lente giravolte smentisce il fiuto. Vigile.
Sai, a volte l’anima brucia dentro
E nel corpo affiora una voce,
Che tengo teneramente per mano.
Sola, nel fitto delle braci,
ansimante libera
porge la testa
di un serpente alato.
2012. LA SCOMPARSA DEI MARINAI
Tu dici che il viaggio è finito.
E io non mi accorgo della tua presenza.
Non ci bado e basta. Rinvigorito dal vento.
“Travel well”
sussurra in segreto un fruscio tra gli alberi
“Fai buon viaggio”
La riva che rispecchia il blu nelle mie mani,
Non parla, non intima un divieto.
E io cammmino tra il cielo e l’orlo della battigia,
Da solo, mentre i marinai calano la grande vela
Lasciando all’ancoraggio il sonno di un qualsiasi fondale.
Sul pennone s’innalzano le spolie di mille viaggi
Come statuarie saline che gettano un dono
al sacro silenzio del mattino.
Fai attenzione ai segni! Aguzza l’orecchio!
Il cassero è vuoto. La tolda vorticosa e nuvolare.
E il mio passo seppur amaro
s’immerge foriero nell’azzurro dell’onda
per un’intensità che brucia oltre il desiderio.
Il viaggio è davvero finito? È così spento il lume del mondo?
Se il salpar lontano è ancor tentazione
pur vireranno questi passi verso nuova destinazione?
Immagina ora che la bussola vada impazzita
E alzi il vento, e scolpisca il lampo,
E infine sorga tempesta, ingeneri naufragio…
Allora, proprio allora, dall’orizzonte sfavillante
Nascerà forse il volto di un verso fatato
e l’anima guizzante sceglierà un nuovo destino.
2012. L’ALBERO DELLA VITA
Ti seguo mentre scendi giù per il ventre della terra.
Nodosi rami affiorano serenando linfa al cuore di questa roccia.
Ma noi giù, sempre più giù, in questa sera marrone e viola,
Dove le tue mani callose afferrano una lunga radice. Sicure.
Sembrano grovigli di serpi vive quelle che affondano d’abbasso
Reggono un silenzio che aduna folle di angeli e fiori. Vigili.
All’abisso, ti muovi come se della via sapessi il destino,
Accompagnando la figura ricurva
con movenze che prefigurano il volo.
Porgi un sorriso che invita, sapendo che non si torna da questo paesaggio.
Se non alleggeriti. Come nuvole bagnate dal trapasso serale.
Intanto mi dico…
Me lo sarei dovuto aspettare che saresti ri-apparso…
Proprio te, un poeta che canta i fiumi, gli antenati, e il porto sepolto.
Proprio te, mia guida in questa discesa al mondo delle prime luci.
All’oltre, non con Enea o Paolo, né tanto meno Ulisse.
bensì col tuo volto da tartaruga inabissato nei flutti alleati alla voragine.
Al cenno di seguirti
Un fresco sorriso, una posa che rincuora, e poi altro ancora
Come avvinghiato al passo che affretta la discesa.
E l’anima incanta qui dove regna la luce, e non campeggia il timore.
Avanza libera, per sussurri di voce.
Gioisce sulla carnagione rossa dei campi di tulipano,
E nel vento sprizza un’aura d’argento!
Sei al centro della terra, sei nell’Anima Mundi,
E su questo lago increspato
Uno spiritello accende
fontane stellate.
2012. LA MONTAGNA CHE CAMMINA.
Dirigo verso la cima della montagna,
E i miei passi si offrono a te, con tutta la mia solitudine.
Signore del Grande Silenzio, questa è la mia voce
Soffre a ogni pietra, soffre a ogni fruscio del vento.
Guarda, guarda qui nelle mie mani!
Ti offro la mia parola… anche se piccola, anche se povera.
Ovunque siano le traccie, la tua immensità mi circonda.
Tu, Grande Cima che dai risveglio all’alba
Non svanire nell’ombra…
Ascoltami! Ascoltami! Riusciranno le mie parole a raggiungerti?
Potremmo fermare col canto, la giostra del corvo?
2012. LA COMUNIONE DEI SANTI.
Apro la porta sull’azzurro del vento. Qui oramai non posso né scendere né salire.
Solitario vago oltre la cortina di nebbia, per il cielo cristallino dove annego fragile.
Mi chiedi aiuto. Mi sveli incertezza. Anima, amica di ieri.
E fermo assolto dai tempi, campeggi al mio fianco senza sorridere.
Vuoi sapere dove ti porta il destino?
E chiedi a me ancora nascosto sotto la meridiana. Anzi insisti.
Io posso solo indovinare. Seguire un fiato che respira a stento.
Sai. Le linee s’addensano sotto la mezzanotte.
Quando l’oscurità impenetra nel nulla, e il tocco della lancetta batte pianissimo.
Allora sì le linee s’addensano. Nasce la luce. S’apre il vortice dal buio.
E il respiro del cosmo riprende a scandire falene che transitano di sera in sera.
Siamo tutti lì, dico all’amico spezzato. Non sei solo. Siamo tutti lì.
Senza troppi guai. Desideri. Infonemi strani.
Senza troppi sì, o ma, o se non che… caro, siamo tutti lì.
Avvolti nella tiepida volontà di un giorno esteso oltre le 24.
Tutti lì, per rincontrarci pure
E raccontare teneramente al giorno
Che è stato voluto da sempre
E per quello lui è nato,
E ancora esiste
amoroso spegnimento dell’alba.
2012. SCIATEVE
SCIATEVE ANIME DE FOGU
SCIATEVE SCIATEVE
SCIATEVE ANIME RIVESTIE DE CAMIZIA RUSSA
SCIATEVE SCIATEVE PE QUESTA TERA KA GALEZA IN SCE L’EGUA
SCIATEVE SCIATEVE
PE QUESTE COSTE LUNGHE E FINE SCIATEVE SCIATEVE
PE QUESTI MUNTI FORTI E SERVEGHI
SCIATEVE SCIATEVE… SCIATITEeeee
SCIATITE GIACUMU DE RECANATI SCIATITE… SCIATITE GIUSEPPE DE NIZA SCIATITE
SCIATITE GUFREDU DE ZENA SCIATITE… SCIATITE CAMILLU DU PIEMUNTE SCIATITE…
SCIATITE MAZZIN DE CHIAVAI SCIATITE CUN A MARIA DRAGO TO MUE
SCIATITE… SCIATEVE ANIME TRICULURI
SCIATEVE SCIATEVE AL’E’ TURNA L’UA
DE CANGIA U MUNDU
QUESTU NOSTRU MUNDU
A D E S C I ALU A BELEZA
2012. IL RISVEGLIO
SVEGLIATEVI ANIME DI FUOCO
SVEGLIATEVI RI SVEGLIATEVI
SVEGLIATEVI PER QUESTA TERRA INFINITA
SVEGLIATEVI RISVEGLIATEVI
PER QUESTE COSTE LUNGHE E FINI
SVEGLIATEVI RI SVEGLIATEVI
PER QUESTI MONTI FORTI E SELVATICI
SVEGLIATEVI RISVEGLIATEVI ….
RISVEGLIATI…
RISVEGLIATI GIACOMO DI RECANATI RISVEGLIATI GIUSEPPE DI NIZZA RISVEGLIATI
RISVEGLIATI GOFFREDO DI GENOVA RISVEGLIATI
RISVEGLIATEVI!
RISVEGLIATEVI ANIME TRICOLORI
RISVEGLIATEVI IN CAMICIA ARDENTE
E RI-CAMBIATE IL MONDO
IL NOSTRO MONDO
ANCORATELO SANO E FORTE
ALLA MUSA DELLA BELLEZZA
2012. IL REGNO
CHIUDO GLI OCCHI
E SENTO IL TUO RESPIRO SULLE CIGLIA
IL PROFUMO CHE MI CIRCONDA, E’ L’ESSENZA DEI TUOI PASSI
NON SO CHI SEI, DA DOVE VIENI, NON SO QUELLO CHE VUOI
MA VIGILA LA TUA PRESENZA SUL MIO PETTO, SULLE MANI, SULLA PAROLA
CHI ERI, DA DOVE VENIVI, COSA FACEVI
DETTAGLI CHE NON IMPORTANO AL MIO OCCHIO
SOLO UNA COSA SO
CHE NASCI LUCE DALLE TENEBRE PER NUOVE FIORITURE
E TUTTO QUESTO MI BASTA E MI CRESCE
2012. L’Apocalisse prossima e futura
Dicono che il mare svelerà i suoi passi al mondo.
Improvviso, etereo.
Creando pulviscolo alle nazioni disunite.
Lo dicono in molti
Nelle segrete alcove dell’anima
Dell’anima Zuni, dell’anima esquimese,
Dell’anima Navajos, dell’anima andina, dell’anima siberiana
Lo dicono sussurando, lo dicono gridando
Questo messaggio antico
Dicono che il mondo brucierà come una candela
Entro il 2012
Sciogliendo i ghiacci per tutti i Quattro angoli del mondo
Per purificare
Sputare ai venti il male di mille secoli
Vincere il drago
Forse, per l’ultima volta…
Ma tu, ombra, che mi stai accanto
Proprio ora
Mentre costruisco la nuova arca
Dici che devo navigare senza animali, senza fiori
Senza rancori
Dici
Che tu sai di mare e sale
Sulla bocca
Che sai di oceano aperto
Mentre inviti i fuochi di maggio
Giù nel mio cuore
Per i furori della gemmazione
Che offre al Dio
Le labbra di un nuovo mondo
Veramente nuovo
Mi dici:
Taci, sono tua compagna
Giù nel profondo
Ti inseguo dalla nascita
E chiedo sempre al vento
Amore
Per la nostra vita
Sono figlia del mare
Sorella dell’equinozio
E non ricordo il tuo nome
Ma riconosco un amico nel tuo volto
Affrettati a cantare il mistero…
Tu… che cerchi l’ombra del mio ultimo passo
Affrettati ancora, spingiti oltre
Hic et Nunc, Ora e adesso
Grida dalla vena del cuore
Che c’è pace nel Sacro Cammino
Ardore… Nuova Vita.
Per un millennio di nuovi cammini
tra palmo e dito ho tracciato un confine
e nel silenzio rossastro dei capelli
il mondo ha scoperto cieli e costellazioni
agli orizzonti tribù e dogmi sono scemati
e diaspore e gemme hanno sepolto
secoli di folle al fosco mattino
le ossa dei morti non muoiono più
il mondo di ieri riposa erbari azzurri
e la salvezza, la salvezza di ogni vita
albeggia ai porti delle città-giardino
ogni creatura è in cammino
l’uomo dal nome greco1 ci ha preso la mano
e con mille solstizi sfalda una falesia di cristallo
siamo liberi, siamo occhi di fuoco, siamo mano ardente
si accendono i cancelli della città celeste
e piano, a piccoli passi, gentili
sfogliamo insieme corpo e luce
corpo e gemma, corpo e alberi, cespugli e mare, monti e volti
che sbandierano forti com fuochi selvaggi
fratellisorelle
camminate il mondo nelle quattro direzioni
santi pregate nuove congiunzioni, nuovi sentieri
e viaggiate su oceani e sponde, catene e onde
ardenti figli di querce millenarie
soffi di sole arcipelaghi di acque blu
MANTRA
SE NASCI LUCE DALLE TENEBRE
SEI NUOVA FIORITURA
M. MAGGIARI