Centro Studi Ermetici Alchemici

ADAMO ED EVA - DAI DIALOGHI DI IN VINO VERITAS

In un pomeriggio d'estate ritroviamo i nostri amici nel loro sancta sanctorum, e precisamente nel salotto di SOLE. E' una giornata assolata, ma la brezza del mare mitiga la calura estiva. La dimora filosofale è un comodo ed elegante appartamento all'ultimo piano di una palazzina circondata da giardini, a poche centinaia di metri dal mare. Un piacevole profumo di resina di pino e di gelsomino è sparso nell'aria.
E' iniziata una discussione su problemi operativi di natura psicologica e SOLE ha già posto di fronte agli altri il nocciolo della questione.
SOLE: “ Ogni individuo si esprime consciamente con gli atteggiamenti del proprio sesso e inconsciamente con quelli del sesso opposto. Quindi è ben vero che in ogni uomo c'è una donna, che si ignora e viceversa. In quanto il maschio fissa la femmina e la femmina scioglie il maschio, l'uomo e la donna dovrebbero attivarsi nel proprio vaso anche rispetto alle funzionalità inconsce del controsesso. E ciò in termini integrativi e non sostitutivi. Operativamente l'uomo si evolve nel campo emotivo, e si rende non dipendente dal femminile quanto all'Eros, e la donna si evolve razionalmente, se si rende non dipendente dal maschile quanto al Logos. L'uomo deve evincere la propria EVA e la domma deve evincere il proprio ADAMO. Quindi non è corretta una forma d'imitazione del maschio, come vorrebbero le femministe, ma è giusta una forma di riscatto, conservando e anzi potenziando le proprie caratteristiche originarie di femminilità o di mascolinità. E questo processo è fattibile per quei privilegiati, che possono svolgere una operatività di coppia. Ma normalmente nella storia l'alchimista è stato solo, è stato un single. Si conoscono pochi casi di donne alchimiste, le cosiddette sorores, che lavoravano in coppia con un uomo. Quindi il single o la single... embè che fa? E' una dramma esistenziale. Considerate amici nostri, che hanno mogli con cui non possono operare o che non sono sposati. Oppure prendete una donna , che avrebbe certe istanze, ma che ha il marito non adeguato e che la limita. Come può andare avanti? Senza però prendersi un amante, perché allora tanto varrebbe separarsi e cercarsi un altro. Ecco, questo è il tema da affrontare. E posso dire che nell'Epistolario Filosofico del Marco Daffi potete trovare degli spunti ad hoc.”
Il gruppo di amici rimane per un attimo assorto, comodamente seduto sui divani del salotto Impero, poi una signora risponde con voce dolcissima e un po' sognante: “Io sto provando a scrivere qualcosa su questo tema.”
Chi ha parlato è un nuovo personaggio dei nostri dialoghi. Molto creativa, con una squisita sensibilità artistica, è una bella donna dal fascino enigmatico, con occhi dalle tonalità quasi verdi. Ha però un carattere contraddittorio e nasconde con la dolcezza il suo pericoloso potere medianico. D'ora in poi verrà nominata con l'appellativo di LUNA, tanto per restare nell'orbita del sistema solare.
SOLE, rivolto a LUNA: “Pensa alle tue figlie, che hanno certamente delle istanze recondite. Se un giorno ti chiedessero: “Mamma, come posso fare?” Cosa risponderesti? Che suggerimento puoi dare a loro? Gli amici non me lo chiedono ed io certo non posso sostituirmi a loro. Poi la risposta devono trovarla da soli. Ma una madre può essere tentata di dare un consiglio alla propria figlia.”
“Io ho cominciato a lavorarci” commenta SATURNO, che ora indossa una singolare tenuta estiva e cioè una canottiera grigia, calzoni corti marroni, calzetti blu con scarpe di cuoio nero chiuse con laccetti, borsello con cinghia lunga a tracolla. Mentre URANO lo guarda disgustato, Saturno prosegue con fare disinvolto: “E' un problema esistenziale per la propria maturità. Perché senza la soluzione di questo punto non c'è uno sbocco, non c'è per l'uomo la possibilità di maturare. Ameno è quanto sto vivendo io.”
SOLE: “ Si nota nella storia che molti personaggi di spicco nell'ambito dei “creativi”, prendi un Leonardo, prendi un Paracelso, erano anche...un po' di là, oltre che di qua. Anche Michelangelo era un po' di là, oltre che di qua. Perché l'artista, vivendo in un ambito di creazione – sia pure non interiore ma esteriore -, non può non avere una EVA, che si manifesta prepotentemente in lui. Come l'artista femmina non può non avere un ADAMO, che si propone inconsciamente in lei. Perché la creatività comporta sempre un gioco fra due opposti.”
“Per me c'è una differenza” obbietta LUNA. “Che l'artista maschio si supporta sempre ad una femmina, che è fuori di lui, alla Musa...”
“Mentre l'artista femmina?” chiede piuttosto scettico SOLE.
“L'artista femmina non ha mai un Muso” conclude LUNA con aria di sfida e con tono di malcelato femminismo.
Tutti ridono per la battuta, ma SOLE subito la riprende alzando la voce: “Ma via LUNA! Attenta a non partire da premesse sbagliate. Hai ragione a dire che l'artista maschio ha la propria Musa, ma è la stessa cosa per l'artista femmina. E non importa se è un Muso o una Musa, si tratta sempre di una immagine.”
LUNA insiste: “La femmina ce l'ha dentro, mentre il maschio fuori di sé.”
SOLE con aria rassegnata: “Va bene. Allora ti consiglio di leggere alcuni passi, che sono molto chiari in proposito: Si tratta di una cosa tecnica, che non vorrei dire. Ma visto che mi trovo in un mondo di beoti, bisogna che lo dica. Nell'alchimia, come nell'arte, si tratta sempre di sviluppare, ditelo come volete, un rapporto tra maschio e femmina, che anche se non è perfettamente tetrametria è pur sempre un gioco a due.”
SATURNO sbuffando e allargando le braccia: “Tetrametria?”
MERCURIO, con fare caritatevole: “E' una parola che deriva dal greco. Significa un lavoro tra quattro soggetti.”
LUNA, con la tipica ostinazione della donna, che vuol contrapporsi all'uomo: “Però io insisto a dire che per l'artista femmina il gioco è più interiore, per l'artista maschio più esteriore. Questa è la mia esperienza dopo aver vissuto per tanto tempo nel mondo degli artisti.”
“Ma contraddici te stessa!” esclama esasperato SOLE. “Ti ricordo che tempo fa, di fronte ad una statua del Parmigianino, dicesti: “Un giorno io sarò come te!”
“Certo, allora il Parmigianino era il mio ADAMO” ribatte LUNA con minore convinzione. “Però quando scolpisco una statua, quando aggredisco la materia, quando faccio qualcosa di creativo, che è maschile, non lo faccio guardando una figura fuori di me. Voglio andare a tirare fuori qualcosa da dentro di me. I maschi hanno bisogno invece di una modella.”
SOLE rinuncia a discutere e va a prendersi una bottiglia di grappa sarda, un torcibudella da 60 gradi, che comincia ad offrire a tutti quanti. MARTE butta giù una sorsata con spavalderia, ma subito tira fuori la lingua e comincia a tossire paonazzo.
URANO, con spirito di contraddizione, appoggia LUNA: “Può darsi che la posizione di SOLE sia sbagliata e che sia giusta la sua. Nessuno può dirlo.”
SOLE alza gli occhi al cielo, si vuota un primo bicchierino di grappa per consolarsi e prosegue: “Non facciamo di tutte le erbe un fascio: modella o modello, ADAMO o EVA, idea ispiratrice, ideologismo, sono figure diverse. Comunque, in tutte le cose, come quando ho imparato a sciare o ad arrampicare in montagna, ho imparato provando e meditando molto sulla base di testimonianze, sulla base di quello che era stato fatto o detto da altri. Perché era l'unico modo per averne comprova. La stessa cosa vale nel campo operativo ermetico. Per tornare al tema in discussione, posso testimoniare di aver avuto la prova che la tradizione letteraria, e in primis Marco Daffi, offre degli spunti utili in merito.”
MARTE: “Dove si può trovare l'Epistolario del Daffi?”
URANO: “Ti puoi rivolgere a SATURNO, che ne ha alcune copie. Ma te lo farà pagare due volte il prezzo di copertina. E' molto generoso con gli amici. Lui mette sempre al primo posto gli affari.”
SATURNO, ridacchiando per l'espressione offesa del suo eterno antagonista: “Ma no! Ne ho una copia o due. Comunque faccio delle fotocopie e te le spedisco.”
MARTE: “Penso che il single debba crearsi un'immagine femminile, che abbia una certa concretezza, che dia certi stimoli. Allo stesso modo in cui Dante aveva la sua Beatrice, Petrarca la sua Laura e così via. “
“L'operatore deve creare l'EVA fuori, ma la deve creare anche di là della plasticità corporea di chi incontra” proclama incauto URANO. “Cioè io posso avere una donna, che non sa assolutamente niente della ricerca alchimica, e tuttavia vedere i valori dentro di lei.”
“Ma tu non sai meditare!” sbotta spazientito SOLE, dopo questa ultima battuta di URANO. “Sai cos'è la meditazione?”
“Certo, la visione interiore” risponde URANO, senza farsi per nulla intimorire. “E' una forma di potere, che si ottiene eliminando il borbottio mentale.”
“La meditazione è un colloquio con il proprio inconscio” prosegue SOLE. “ Allora, anziché sputare continuamente sentenze affrettate, getta il tuo amo nell'inconscio, medita, e i pesci abboccheranno. Ma insomma! Comunque, ripeto, c'è una lettera del Daffi, che è chiarissima.”
LUNA: “Però parla specificatamente dell'operatore ermetico, non dell'artista. E' un'altra cosa.”
SOLE: “Si e no. Perché si tratta sempre di creatività, che anziché essere proiettata in un quadro è indirizzata all'interno per la formazione del doppio. I suggerimenti del Daffi sono ottimi. Occorre poi un quid di transpersonale, come del resto anche nel lavoro a due, che poi diventa a quattro... Comunque non posso dire altro, santi numi!”
“E taci, taci allora!” commenta seccata LUNA.
“La relazione di coppia non deve essere personalizzata” prosegue SOLE, che non sembra per ora voler tacere. “Ad esempio nella relazione di MERCURIO e sua moglie, MERCURIO deve vedere in lei l'eterno femminino... almeno quello che riuscirà a trovare... e sua moglie mediante MERCURIO l'eterno mascolino...”
“Anch'io ne vedo poco!” esclama la diretta interessata, tanto per ribattere all'insinuazione di SOLE. Tutti scoppiano a ridere, mentre SATURNIO commenta rivolto a MERCURIO: “Ahi! Ahi! Questo è per te!”
Chi ha suscitato il commento ironico è una donna bruna e slanciata, con sguardo volitivo, dal modo di fare molto riservato. Avendo spesso un umore mutevole, a lei poniamo l'appellativo di VENERE.
“Un esempio di transpersonale è questo” prosegue SOLE: “ Avete presente il pianto, che si è visto anche al telegiornale, delle madri di alcuni mafiosi uccisi? Però c'è anche il pianto delle madri dei Carabinieri, che sono stati fatti fuori dai mafiosi. E' il pianto della madre, della madre come tale, che è transpersonale, indipendentemente dall'anagrafico, che ti fa giudicare diverso il pianto della madre del Carabiniere da quello della madre dell'assassino. Quindi nelle operazioni non vanno considerate tutte le storie personali, che l'uomo può vedere nella sua donna. Le caratteristiche femminili di LUNA non sono di LUNA, quelle mascoline di MERCURIO non sono di MERCURIO. Si deve estrarre il transpersonale, l'archetipico. Inoltre con ciò non s'instaura una lite in famiglia! Si, perché non è più una questione tra persona e persona, ma un impatto tra archetipi. Quindi nel rapporto a due vasi bisogna badare a questo e così anche quando l'ermetista è single. Nelle operazioni a due vasi, quando entrambi sono alchimisti, l'opera è facilitata, perché ognuno collabora e infonde nei rapporti tutto quello che può estrarre di sé stesso. Ma il single uomo dove trova il transpersonale femminino per la sua creatività? Non dentro di sé, perché in via ordinaria si confonderebbe col proprio vissuto anagrafico.”
MARTE: “Può essere una madre, una sorella, una amica, con le quali si ha un feeling particolare, una comunione spirituale.”
SATURNO, con il solito fare sbrigativo: “Ma dove c'è!”
“Quando vedo i rapporti in quest'ottica archetipica, non riesco a vedere in me stessa un aspetto troppo maschile”, commenta perplessa VENERE, che si reputa avere un carattere un po' mascolino.
“Ma certo, è ovvio!” esclama SOLE. “In quel momento è il tuo Nume che vede.”
VENERE non ancora convinta: “Ma perché di norma mi vedo così dentro di me? Perché a volte voglio imitare il maschio?”
URANO: “E' una tua identificazione ed è difficile uscire da una identificazione, che si ha nutrito per anni. Forse i tuoi genitori volevano un figlio maschio e tu inconsciamente volevi essere il figlio desiderato dai tuoi.”
SOLE: “Ad un livello di maturazione o di androginazione avanzato si può fare richiamo alla propria metà di sesso opposto. Ma voi siete ancora in una fase prematura di elaborazione e dovete avere un aggancio esterno. E la storia ce lo insegna. Se consideriamo certe testimonianze, ne abbiamo la conferma. E' che si leggono i libri così, per modo di dire, senza meditarli.”
MARTE: “Chi non ha una propria patner non potrebbe stringere un rapporto con una amica, con una sorella? Non è la stessa cosa?”
SOLE: “Ma certo! Anche una amica può ispirare una visione di EVA, che magari la propria moglie non ispira.”
“UN esempio classico sono i poeti trovatori”, esclama MARTE, che si entusiasma facilmente per i miti letterari. “I Trovatori instauravano un rapporto particolare con una dama, che era sempre sposata e per la quale non potevano provare altro se non un amore platonico, un sentimento di ispirazione costante.”
“Io penso che avessero anche rapporti amorosi”, insinua cinicamente URANO. “Solo che probabilmente non lo scrivevano per non farsi scoprire dai mariti!”
SOLE: “Suore e monache vedevano e vedono come loro sposo Gesù Cristo. Mentre frati e preti vedevano e vedono come loro sposa la Madonna.”
SATURNO: “Però si castravano!”
MARTE: “Gli gnostici avevano la Sofia.”
“In pratica ve l'ho già detto”, conclude SOLE. “Dovete dirmi qual'è il supporto cui ricorre l'operatore single.”
VENERE: “Credo di capire qual'è la tecnica...”
SOLE incalza impaziente: ”C'è una parola sola, che è la madre di tutta la magia. La magia cosa è? E' sostanzialmente una operazione su...”
MARTE prontamente: “Su immagini!”
SOLE alzando la voce: “Ooh! Sull'immagine, santi numi! Chi è sposato trova più facile enucleare e potenziare i valori dell'EVA...”
SATURNO: “Ce l'ha lì. E' presto fatto!”
“Ma quello che non ha una compagna...”, conclude sorridendo SOLE. “Insomma...deve arrangiarsi con l'immagine.”
“A mio parere è più facile per uno che non è sposato”, osserva URANO. “Infatti lo scapolo, vedendone tante, ad un certo momento può incontrare la persona più adatta.”
LUNA, colpita nella sua femminilità: “ Ma tutte le donne sono adatte. Scusami. Tua moglie, tua sorella, tua madre. Tu devi guardare l'eterno femminino, con tutti i suoi pregi e difetti.”
SOLE: “Certo, l'eterno femminino. Però, per umana natura, per sostenere un'immagine ci si riferisce spesso ad una persona fisica. Prendete la figura di Jung, tutto circondato da donne. Queste, pur fuori di ogni tema iniziatico, erano tuttavia indirizzate verso un'autoformazione psicanalitica. Chi avevano come figura adamica? Proprio Jung! E se non avessero avuto Jung?”
URANO incorreggibile: “Si prendevano il giardiniere, oppure il guardiacaccia!”
VENERE divertita: “Scelta classica!”
Tutti scoppiano a ridere, mentre SOLE si affretta a riempire nuovamente di grappa i bicchieri, così che l'energia intuitiva del circolo scorra con maggiore impeto.
SOLE, svuotando tutto di un fiato il suo torcibudella: “Anche perché la persona in carne e ossa può essere molto suggestiva col suo comportamento, col suo modo di dire le cose, nonostante i possibili difetti. Mentre un'immagine senza un qualche riferimento...ostrega!”
MERCURIO: “Se consideriamo anche l'aspetto dinamico, allora niente è più bello del Faust di Goethe, dove i personaggi femminili cambiano col procedere del racconto e con l'evoluzione dell'anima del protagonista. Infatti l'immagine di EVA non deve essere statica, ma dinamica.”
SOLE: “Certo. Ma tu mi prendi un Goethe, un uomo già addottrinato, che aveva una sua cultura gnostica. Normalmente si vive su un altro piano.”
“Però in campo ermetico il processo è analogo”, insiste MERCURIO.
“Nel romanzo il motivo delle tre donne, Elena, Maria e Sofia, è tipicamente gnostico”, precisa SOLE. “Per un alchimista non ci sono queste tre donne.”
MARTE: “La Beatrice di Dante, la Laura del Petrarca potevano essere queste immagini operative?”
SOLE: “Si, rientrava in un certo modo di essere di allora. Non per questo che fossero degli iniziati però! Come per il Botticelli, c'era solo la cultura. Non bisogna mai confondere l'operatività alchimica con le mode culturali e con la creatività artistica.”
URANO: “Botticelli era un iniziato?”
SOLE con tono categorico: “Bisogna sempre diffidare dei letterati, degli intellettuali. Botticelli è stato un artista in un'epoca, in cui la cultura era ermetica, neoplatonica. Un uomo di cultura come lui ovviamente lavorava su questi motivi, su questi temi. Gli artisti ne approfittavano per scopi spesso commerciali. Sapete perché la Nascita di Venere del Botticelli è stata sconvolgente per quei tempi? Perché ha messo in evidenza fra le tre Grazie la Voluptas, che invece fino ad allora era una figura di secondo piano. Fu una cosa dissacrante, come i buchi sulla tela di Fontana ai nostri tempi! Quindi non bisogna mitizzare e lasciarci ammaliare da questi personaggi.”
URANO: “Forse coloro che veramente sapevano e non erano solo saccenti, erano coloro che sono rimasti figure secondarie nella storia.”
Sole: “Si, ci sono stati tantissimi alchimisti, che non hanno scritto o che hanno scritto, ma i cui elaborati si sono persi o posti nel dimenticatoio. Chi ha mai sentito parlare di uno Stolcius, che pure è stato un grande alchimista? Ad esempio, soltanto ora si comincia a parlare di un certo Dorneus e ciò per merito di Jung.”
“E di Meyrink cosa ne pensi?” continua a domandare URANO con curiosità assillante. “Era solo un sapiente o anche un saggio?”
“Ma cosa vuol dire solo sapiente o anche saggio?” sbotta spazientito SOLE. “Non si può giudicare un uomo vissuto nel passato per via indiretta. Giudichi soltanto per le opere che ci ha lasciato.”
“Scusate un attimo”, si intromette a questo punto VENERE. “Io vorrei tornare indietro nel discorso. Vorrei concretizzare meglio la tecnica dell'immagine, che per me è difficile. Ad un certo punto l'immagine dovrebbe diventare l'opera d'arte? Per cui il canale è talmente aperto, che riconosci che quell'opera è veramente un aspetto del femminino?”
“Ma noo!” esclama disperato SOLE. “Guarda, è molto più semplice. In tuo marito, bene o male, avrai un aspetto del mascolino? Io penso di si.”
“Ma io stavo pensando alla mia difficoltà di vedere questa immagine, che io cerco e che ora è un po' mascherata...” si giustifica VENERE, che sembra non voler prendere in considerazione il marito. “Forse un personaggio letterario o una statua classica potrebbero aiutare...”
SOLE incalza:” Se invece ad una donna manca un uomo, dalla mattina alla sera, penso che sia meno facile avere presente l'ADAMO. Allora, in questo caso, come si deve supplire?”
VENERE: “Ci siamo, con l'immagine.”
“Immagina me! Immagina me!” proclama allegramente SATURNO, alzandosi in piedi e facendosi rimirare dalle donne.
MARTE tenta una conclusione: “La mia anima femminile deve essere risvegliata e resa attiva dalla mia patner. Quando l'ADAMO e l'EVA interiori hanno assunto valenze complementari, avviene il celebre sposalizio del Sole e della Luna.”
“Ma dobbiamo praticarla questa immagine” continua VENERE non ancora convinta. “La mia domanda è come.”
SOLE con tono severo: “Allora invece di sentirlo dire da me, leggi l'Epistolario del Daffi e può darsi che tu riesca a capirlo. Ma devi meditare, perché non è che tu possa da me estrarre qualcosa. E' da te stessa. E da te puoi sapere solo meditando, cioè avendo un colloquio con il tuo inconscio. Ma non con te stessa VENERE, perché VENERE è quell'essere, che mi dà un appuntamento ad una certa malga e poi invece cambia idea e va da tutt'altra parte!”
“Guarda, caro, che non ci eravamo capiti...” si difende VENERE, colpita dalla frecciata.
“Ahi! Ahi!Arriviamo al dunque!” commentano ridendo tutti gli altri.
SOLE imperterrito: “VENERE, spogliata da tutto il suo contesto biografico, deve meditare con il proprio inconscio per contattare il proprio Nume e il Nume le darà la risposta, prima o poi. Anche se te lo dicessi ora, non lo capiresti, perché sarebbe una cosa sentita così, ma non vissuta. E' più utile meditare sulle due pagine del Daffi. Ma il tema non è trattato, questo lo dico, in termini di quaternario, ma in termini di succhi: succo maschile e succo femminile. E' la stessa cosa. Cos'è il succo di un limone? E' quello che hai spremuto dal limone. Il limone ti rimane come scoria e lo butti via, ma il succo resta. Ed è l'umido radicale alchimico. Quando consideri in tuo marito gli aspetti maschili, in effetti, tu forse non te ne rendi conto, non fai altro che estrarne i succhi. Perché dimentichi la persona di tuo marito e spersonalizzi. Magari dici: ”Guarda, tutti uguali gli uomini!”
URANO: “Per me è un errore generalizzare troppo.”
SATURNO: “In questo contesto non è un errore. Anche noi diciamo: “Donne, tutte uguali!” Oppure: “Chi dice donna, dice danno!” Solo che ciò avviene istintivamente, senza una reale meditazione.
MARTE: “Il succo di un uomo con le sue caratteristiche fondamentali è materializzato in natura nel suo liquido seminale, nello sperma.”
URANO: “L'aspetto significante, archetipico di una donna è la Grande Madre.”
“Io stamattina ho incontrato tre uomini in macchina” inizia LUNA con un leggero tono di civetteria. “Mi hanno fatto delle cose che non vi dico. Alla fine mi sono stufata, mi sono accostata con la macchina, ho aperto il finestrino e ho detto con aria di compatimento:”Uomini!”
SOLE seccato e forse un po' geloso: ”Ma non litigare!”
URANO divertito: “Ma avranno pensato che tu li chiamavi. Hai detto uomini!”
“No, hanno capito e se ne sono andati” replica LUNA con aria di sfida. “Invece quando guido male, mi dicono: “Donne!” Ma gli uomini poi combinano ben altri guai.”
“Vorrei parlare un attimo dell'amore” chiede VENERE. “Per me l'amore profano non è che una dipendenza della personalità incompleta, che nel partner cerca una certa soddisfazione superficiale. Si crede di essere innamorati quando l'altro può appagare le carenze psicologiche e si crede che l'amore cessi quando, per circostanze casuali, il partner non è più in grado di dare questa completezza illusoria.”
“E' vero, ma l'amore in senso ermetico è altra cosa” prosegue MERCURIO. “Non è un rapporto di reciproco avere, ma uno stato d'essere. L'io individuale è in comunione con quello universale e quindi completamente appagato di per sé. E' uno stato vibratorio e radiante come il fuoco del sole, che dà benessere agli altri ed attira ogni cosa. Solo in questo stato di amore è possibile la magia, perché puoi disporre di un magnetismo più forte della elettricità o della radioattività”.
SOLE: “Fate piuttosto attenzione che una donna non evoluta, come un uomo non evoluto, può assumere le caratteristiche negative del suo partner. Non è detto che i valori del controsesso vengano assunti soltanto nel positivo. Tu lo vedi di norma negli omosessuali, che hanno spiccate caratteristiche femminili in senso deviato. Non le hanno come Leonardo, che aveva quella grande sensibilità creativa. Le hanno, scusatemi, solo in senso pubico o anale! E' fondamentale invece lavorare sull'archetipico, fare l'autocensura, l'autoanalisi delle proprie caratteristiche. Magari dire tra sé: “Guarda, in questo momento sono proprio una donna, sono vissuta dal femminino.” Poi è essenziale cercare di assimilare le valenze opposte per integrare.”
MARTE: “Per riassumere, l'evoluzione consiste nel mescolare in una stessa persona la dolcezza, l'intuizione, la sensibilità della donna con la forza, la logica, la concretezza dell'uomo.”
LUNA: “Anche nelle circostanze profane puoi accorgerti delle forze mascoline e femminine all'opera. Una volta, ad un ricevimento, SOLE parlava con una giovane signora e lei gli chiedeva con voce sdolcinata e leziosa: “E che cosa fa di sport?” E lui con la sua solita voce rude: “Il tiro con l'arco.” E lei, con un tono falsamente emozionato: “Uuuh! Il tiro con l'arco?” E lui sempre più brusco: “Si, il tiro con l'arco, e allora?” E lei, battendo le ciglia e toccandosi la messa in piega: “A me il tiro con l'arco non piace...”
Tutto il gruppo comincia a ridere e a fare commenti salaci. SOLE, in imbarazzo, si versa una generosa dose di grappa e cerca di generalizzare: “In ogni momento della vita si vedono queste caratteristiche...”
LUNA non molla la presa: “Lui poi strapazza sempre tutti.”
“Ma io non strapazzo nessuno! Ma insomma!” si difende SOLE.
“Tu strapazzi proprio tutti!” continua a pungolarlo LUNA.
“Ma neppure per sogno” ribatte come può SOLE. “Strapazzo? Io parlo!”
LUNA a questo punto si rivolge agli altri e come davanti a dei giurati chiede.” Strapazza o non strapazza?”
Alcuni evitano di rispondere, per non infierire, invece URANO non si lascia sfuggire l'occasione propizia: “Oh, lui tenta. Poi bisogna conoscerlo e non farci più caso! E' scorbutico a fin di bene.”
“Ma no, ma no” replica SOLE, ormai solo contro tutti. “Poi sono molto più anziano di voi e posso permetterlo. Vi considero come dei figli o fratelli minori.”
Tutti quanti in coro: “E' burbero, è solo un po' burbero!”
LUNA implacabile: “Ad una nostra amica ha dato perfino delle scoppole.”
SOLE serafico: “Ci credo, giocava a scopone da bestia! Giocava in coppia con me e le davo delle scoppole per correggerla”.
LUNA, ora più conciliante: “Comunque in società normalmente fa abbastanza attenzione.”
“Applica la follia controllata descritta nei libri del Castaneda” commendo sorridendo MARTE. “Svolge fino in fondo il suo ruolo, sapendo tuttavia di partecipare ad una commedia.”
“Sentite, è ora di cena” fa notare con furbizia SOLE, per interrompere il processo a suo carico. “Giù al Lido fanno delle pizze favolose e poi costano poco”.
Il gruppo ben volentieri si fa corrompere e si avvia chiacchierando verso il ristorante. Dopo aver mangiato e soprattutto bevuto, con una migliore predisposizione di spirito, si ritrova circa due ore più tardi nello stesso salotto. Mentre si sorseggia un digestivo, LUNA fa vedere le sue opere recenti: alcuni acquerelli cristallizzati ed alcuni esperimenti di scultura simbolica.
SOLE: “Per l'alchimista il campo dell'arte è utile come lo è lo scopone scientifico. Perché, in un certo senso, se lo scopone serve a dinamizzare la mente, è un continuo “solve et coagula” mentale, l'attività artistica non lo è da meno nel dinamizzare la sensibilità e la fantasia. L'ermetista facilmente si attacca a delle formule, a delle modalità, che rischia poi di prendere per verità, per assiomi. Non deve essere così. In fondo l'alchimia è un'arte, non solo operativamente, ma anche direi poeticamente. I veri ermetisti non ripetono quello che hanno detto gli altri, inventano.”
LUNA appoggia sul tavolo una terracotta in stile cubista, che è poco stabile e minaccia di cadere sui bicchieri. “Attenti alla grappa!” grida allarmato SOLE, che poi conclude: “Infatti l'arte è stata sempre protesa a cercare nuove forme di espressione, diverse poetiche.”
MARTE: “Per me l'arte deve essere un mezzo per stimolare e raffinare l'evoluzione interiore delle persone, che osservano le opere.”
SOLE: “Bada che l'arte è un modo per l'artista di sgravarsi dei suoi contenuti inconsci.”
MARTE un po' deluso: “Ma non pensi che abbia una funzione formativa anche per gli altri, per l'umanità? Le opere d'arte possono essere dei messaggi, dei simboli, degli insegnamenti lasciati in eredità ai posteri.”
SOLE: “Ho visto molte opere moderne, che hanno solo scopi commerciali. Visto che va un genere, facciamo questo. Vedo certe cose, che mi fanno scappare via.”
“Però le opere classiche erano diverse” insiste MARTE. “Quelle avevano una funzione educativa.”
“I classici ai loro tempi si comportavano nello stesso modo dei contemporanei” sentenzia categoricamente SOLE. “Soltanto bisogna vedere con gli schemi mentali di quel tempo. Michelangelo, Tiziano, Caravaggio, Botticelli, ad esempio, sono stati dei rivoluzionari, hanno scandalizzato il mondo di allora con le loro innovazioni. E così hanno avuto successo.”
URANO: “E il Parmigianino?”
SOLE: “Vasari ha detto che il Parmigianino era un perditempo! Perché si perdeva in un lavoro alchimico, invece che attendere all'arte pittorica. Ma, ad esempio, tu vedi le donne del Michelangelo? Mettiti mentalmente nell'epoca del Michelangelo. Dimmi tu se una tale donna poteva essere l'antesignana del concetto di donna d'allora. No, perché dipingeva delle donne, che sono mastodontiche, enormi. E' stata una rottura. L'attività artistica è sempre stata l'occasione per rompere schemi mentali e per far emergere i contenuti dell'autore.”
LUNA, con occhi persi nell'infinito: “Spesso dipingo quando sono abbandonata, libera da preoccupazioni. Metto giù immagini senza particolari proporzioni, come simboli, come flash, che ti vengono.”
“E' una bellissima pratica dissolvente. Io applico il solve con certe tecniche di meditazione.”
LUNA: “Oggi si vive di flash e non si può dipingere come nell'Ottocento, quando si dipingeva la vita, che facevano allora, calma, tranquilla, dove si aveva il tempo di camminare, di osservare ogni particolare. Oggi invece si parte in macchina e vedi una finestra qua, una faccia là, e così via. Quindi se dipingi con lo stile dell'Ottocento, vuol dire che copi.”
“Vuol dire che non crei” puntualizza SOLE: “Ad esempio Leonardo ha dipinto l'Ultima Cena rappresentando le tematiche astrologiche degli apostoli con i gesti delle mani. Ed ha fatto una cosa originale per i suoi tempi, che pare anticipare di secoli il Futurismo. Nei quadri futuristi non si vede un cavallo in corsa a quattro zampe, ma un cavallo con più zampe. Ebbene, anche Leonardo ha fatto un apostolo con più mani! Egli voleva rappresentare il movimento della mano o la mano in movimento.”
“L'artista ha già fatto un lavoro interiore, per cui ha già rotto gli schemi e può apprezzare certi modi di creare, anche i più eccentrici” obbietta ancora MARTE. “Ma il pubblico, che non l'ha fatto, non riesce ad avvicinarsi a queste opere.”
SOLE: “Questo è sempre successo. Puoi vedere delle pitture egizie, dove l'artista rivoluziona tutte le leggi della prospettiva. Il campo dell'arte è il campo della creatività, anche se non è quella magica alchimica, che crea nella profonda interiorità. L'arte crea solo nella esteriorità, in concorrenza con la natura. Però la natura è ripetitiva, mentre l'artista cerca di lavorare in modo non ripetitivo. L'Arte è stata teorizzata dal Rinascimento in quest'ordine: dall'informe alla forma. Però il senso è più profondo: è una emulazione del processo creativo della natura. Per non dire che nei procedimenti di particolari tecniche si riscontrano suggestive coincidenze con madre natura, di cui fanno testo i nomi: solventi, acidi, acqueforti, fuochi, cotture, bagni, ecc. ecc.”
LUNA: “Inoltre l'ermetista opera con la volontà, mentre l'artista lavora inconsciamente.”
SOLE: “L'artista non imita pedissequamente la natura. Avete mai visto in natura un paesaggio di Giotto?”
LUNA: “Sono delle trasfigurazioni, perché ci mette dentro la sua anima.”
“Però il pittore, che è contemporaneamente un ermetista, inserisce nel dipinto dei simboli, che possano guidare verso la conoscenza” obbietta MARTE, non ancora convinto. “Basta pensare alla Nascita di Venere del Botticelli.”
“Il Botticelli era un intellettuale, come il Poliziano” sentenzia SOLE. “Il Parmigianino, che era veramente un alchimista, non voleva affatto comunicare con il grosso pubblico. Scrisse infatti questo motto: nobis solis scripsimus!”
LUNA: “Considerate il quadro della Nigredo del Parmigianino. La rappresenta come una bella donna, che se ne sta appoggiata ad una balaustra con aria triste. Per lui la Nigredo è così.”
URANO, con aria da intenditore: “Credo che sia un rifacimento di un quadro del Durer...”
“Vedo che ti reputi anche un fine critico d'arte, oltre che un giovane ermetista” commenta sarcastico SOLE.
Lo scoppio di risate e commenti ironici è inevitabile, mentre il maltrattato URANO assume l'aria del vate incompreso fra gli zotici. Ma dopo qualche minuto ritorna la calma e si riprende la conversazione.
MARTE: “Comunque, se un artista ha un'anima positiva, bene o male trasmette a tutti questa positività. Se è negativa, osservando i suoi lavori avverti presto che c'è qualcosa che non va.”
SOLE: “Ma certo. Prendi un Goya, con l'anima tormentata dalla paura della morte. Prendi un Guttuso, preso dal desiderio del sesso, dal sedere della sua compagna. Prendete un Ligabue, prendete i Bosch, con i loro folletti, con i loro incubi.”
LUNA: “Dovete considerare che si entra in pianeti interiori, che non sono i nostri e che sono reali solo per l'artista. E' come andare sulla Luna.”
“Questo avvertire la positività mi capita più facilmente con la musica” osserva MARTE: “Se ho bisogno di sentirmi bene, di mettermi in equilibrio, di recuperare buone energie, allora ascolto musica classica , di alcuni autori in particolare.”
“Ho sentito un incredibile brano di musica a Creta” afferma URANO con fare estatico. “Dura appena quattro minuti, ma fa venire i brividi. E' un adattamento di alcuni inni religiosi, che venivano cantati nell'antica Grecia. Se potesse essere ripetuto in forma rituale, avrebbe un effetto straordinario.”
SOLE subito li ammonisce: “Il fatto di accostarsi ad una forma d'arte con un atteggiamento mistico, passivo, per ricevere vigore o tranquillità, è un atteggiamento non magico. E' da avvicinarsi ad un'opera non per riceverne una gratificazione, ma per ricavarne un impulso creativo. Ora vi domando: che cos'è un'opera d'arte? E' un assoluto, che vale ieri, oggi, domani, oppure no? E' legata anch'essa al tempo, all'inconscio collettivo, allo Zaitgeist?”
URANO comincia a dire la sua: “Si, è legata al tempo...”
“Ma non anticipare mai, come tuo vezzo!” esplode SOLE: “Tu evacui continuamente. Si, perché data una domanda, come se ti fosse messa una supposta, subito dai la risposta! Ma prendi tempo! Non puoi avere la presunzione di dare sempre la risposta.”
“Ma perché vedo la risposta” si difende demoralizzato URANO. “La vedo appena mi si pone la domanda e allora dico quello che vedo. Ma tornando alla questione di prima, se il Sé è il massimo artista che possa esistere, allora possiamo affermare che dove si va verso il sé, verso la manifestazione reale del sé, c'è arte. Dove ci si allontana, non c'è arte. Se consideriamo solo la poetica, l'inconscio collettivo, allora l'arte segue semplicemente i tempi.”
SOLE: “Ma non hai detto in che cosa consiste un'opera d'arte.”
URANO: “Nella capacità di coinvolgere quante più persone.”
SOLE, facendo l'avvocato del diavolo: “Tu la metti in ragione di quello che può essere un consenso popolare. Quindi un'opera d'arte, che dopo cinquecento anni non ha più consenso popolare, non è più un'opera d'arte.”
URANO: “Non è così per chi se ne intende, per chi si stacca dalla visione popolare. Ma per la massa purtroppo avviene così.”
SOLE, scuotendo la testa: “E chi è quello che se ne intende? URANO, medita, medita...”
URANO insiste: “L'artistico deve avere la capacità di dare una spiegazione del mondo...”
LUNA: “Ma no! Nessuno può dare una spiegazione del mondo. Il mondo è un grande mistero, che solo in minima parte può essere svelato.”
“L'artistico deve essere collegato all'archetipo” suggerisce MARTE.
“Giusto, dove c'è creatività, lì scatta un archetipo” approva SOLE. “Hai ragione. Non c'è niente da dire.”
“Ma l'archetipo dell'artista non è il sé?” contesta contrariato URANO.
“Ora stiamo parlando in termini operativi” spiega seccamente SOLE.
“Per esempio, se uno dipinge una donna, deve manifestare la forza archetipica di Venere” afferma MARTE.
SOLE: “Attenzione. La bellezza femminile del turco non è quella dell'inglese, perché al turco le donne piacciono con un sedere grande così. Per la giustizia è la stessa cosa. Ad esempio, è o era giusto per l'esquimese offrire sua moglie all'ospite?”
URANO, guardando SATURNO, che spesso l'ospita a casa sua: “Certo, è giustissimo!”
SOLE: “L'europeo dice che è un'usanza non giusta. Come mai queste differenze?”
MARTE: “I veri artisti, anche se di culture diverse, riescono ugualmente ad esprimere le forze di Venere o di Marte o di Mercurio...”
SOLE con pignoleria: “Ammesso che il turco e l'inglese realizzino la loro Venere, solo per questo sono opere d'arte? No, altrimenti tutti sarebbero degli artisti. Allora cosa contraddistingue le opere d'arte?”
URANO trionfante: “Forse ho capito! Lo sforzo magico...di tentare di manipolare la realtà.”
SOLE, sorridendo: “Dici delle belle parole...lo sforzo magico...eeaahh!...in questo periodo, dopo l'operazione d'ernia, vado avanti a forza di perette! Ma non dici niente con queste parole!”
VENERE: “Quando sono di fronte ad un'opera artistica, c'è sempre un'immagine, che va a colpire qualcosa dentro di me. Per cui io ricerco dove sono stata sollecitata e sento che reazione ho. Se io sono aperta, l'artista riesce a farmi esprimere quel concetto, a farmi risvegliare quella sensazione. E' dunque un mezzo per vedermi, per capire, per sentire dentro di me.”
MERCURIO interviene con la solita precisione: “Però la domanda di SOLE riguarda l'opera d'arte oggettivamente. Finora si è parlato dell'aspetto soggettivo dell'autore o di chi guarda. L'arte è al di là della persona e del tempo. Rimane nel corso dei secoli, nonostante il cambiamento della cultura, della poetica. La Venere di Milo rimane, perché, se ci si cala nel momento storico, costituisce il punto più alto dell'espressione di quella cultura. Leibniz riesce ad incarnare l'archetipo del Settecento e trasforma l'arte della memoria in immagini esclusivamente matematiche, facendo così un'opera d'arte. L'artista riesce di solito a cogliere l'archetipo del secolo o del periodo che vive e ad esprimerlo nella forma...”
“Ottimale e al di fuori del tempo” conclude sinteticamente SATURNO.
“Giusto” esclama soddisfatto SOLE. “Quindi si potrebbe dire che l'artista è chi rende come fosse vero e vivo ciò che è solo un “pupo” dello spirito del suo tempo. Che cosa sono le poetiche? Idee, archetipi che sono in noi, che di volta in volta si manifestano o si eclissano.”
URANO: “Quindi è importante studiare le opere di diversi periodi e capire il loro spirito, in quanto sono capaci di produrre in me cambiamenti di visione del mondo. Invece di cristallizzarsi in una sola visione, occorre assumerne tante.”
MARTE: “Ritorniamo al solve et coagula. E' sciogliere la struttura mentale, determinata dalla educazione e dal condizionamento, per costruirne una superiore, che a sua volta dovrà essere nuovamente sciolta e superata.”
SOLE: “Certo. Normalmente, chi attende agli studi di ermetica tende al fisso, forse complementare al fatto che rappresenta un'ancora di sicurezza per chi è impegnato in una ricerca tanto vaga e pericolosa. Si cerca così di avere qualche valore fisso. Invece il mondo dell'arte ci porta il volatile, di cui abbiamo bisogno, ci invita alla continua apertura, alla continua dissoluzione, al continuo cambiamento di idee.”
A questo punto SOLE si ferma. Poiché si sente la gola secca, versa un altro bicchiere di volatile grappa nella interiore parte corporis e quindi riprende, rivolto a URANO: “Tu stai scrivendo una commedia. A parte il contenuto pregevolissimo, chi ti dice che sarà domani un'opera d'arte?”
URANO baldanzoso: “Perché è presente l'archetipo in ogni sua parte. Uueeè, vi sono archetipi ovunque! E' la costellazione di Andromeda!”
SOLE: “Ma non basta che vi sia l'archetipo.”
URANO: “Ma è ben descritto e mira a coinvolgere.”
SOLE: “Cosa vuol dire ben descritto? Non perderti in parole.”
URANO, in difficoltà, ormai perde il suo slancio: “E' ben descritto nel senso che il racconto ha una sua simmetria... e bè...insomma...”
SATURNO, ridacchiando furbescamente: “Quando ci hai letto la prima parte, su al Monte Athos, noi ti abbiamo battuto le mani. E' lì che hai capito che è un'opera d'arte? Per questo incoraggiamento ci dovrai dare i diritti d'autore!”
SOLE incalza: “Pensi davvero che il tuo libro sia un'opera d'arte?”
URANO, più sincero: “Presunzione è pretendere. Ho cercato...mi sono sforzato di essere...oddio, non ci ho neanche pensato...in verità, non me ne importa niente del parere degli altri!”
Tutti ridono e MERCURIO commenta: “Dalle stelle alle stalle!”
“A parte il contenuto ermetico, che va bene, il suo libro è un libro pazzo, come è pazzo questo tempo” afferma SOLE, con un sorriso malizioso. “Però il contenuto non è pazzia, è la saggezza del folle. Quindi interpreta bene lo spirito del suo tempo. Il racconto è schizoide, non dico schizofrenico, però URANO lo rende vero, cioè lo rende come fosse vero.”
“E noi che ci abbiamo creduto” esclama con delusione URANO. “Roba da matti!”
“Crea una realtà” continua SOLE, sempre più divertito. “Ci si entra dentro e la si vive. Come puoi entrare dentro un quadro o una musica e viverla. Potremo entrare dentro l'anima di URANO, pensate un po' che roba!”
Dopo questa battuta, SOLE fa circolare nuovamente la bottiglia per il bicchiere della staffa. Tutti appaiono allegri, fluidi e in armonia. Lo spirito alcolico scorre oramai impetuoso nel consesso.
“Io vorrei tornare ad una tua osservazione di tempo fa” riprende MARTE, rivolto a SOLE. “Tu dicevi che l'Ermete bisogna immaginarlo come una entità, che sforna in continuazione tutte queste marionette, gli esseri umani...”
“Ho detto che non è da vedere come entità” corregge subito SOLE: “Se fosse un'entità, sarebbe ben definito. E' uno stato dell'Essere. Chiamalo forza, se vuoi vederlo in senso dinamico.”
“D'accordo” ammette MARTE. “Come spieghi allora il fatto che negli ultimi secoli la popolazione è aumentata in maniera esponenziale? Forse per il fatto che l'Ermete ultimamente non riesce a produrre un numero sufficiente di integrati?”
“Quando tu mi dici negli ultimi secoli, mi dai una realtà alla storia, che in effetti non possiede” risponde enigmatico SOLE. “Se consideriamo la realtà come un cubo, quando parli della storia, ti riferisci solo alle facce del cubo. Se invece vuoi ragionare dal punto di vista ermetico, devi partire dal centro del cubo.”
“Già, è vero” ammette MARTE, un po' sconcertato. “Mi piaceva immaginare questa risposta: dato che i tempi attuali sono difficili, decadenti, ecco che l'Ermete sforna un numero maggiore di uomini per aumentare le possibilità di integrazione. Secondo la tradizione indù, siamo nel kali yuga, l'età oscura, l'ultimo periodo prima della fine di questa umanità.”
SATURNO, con il solito senso pratico: “Perché più difficili? Immagina se tu fossi nato nel passato nella condizione sociale di uno schiavo.”
SOLE seccamente: “La storia è una nostra proiezione. La questione della popolazione non la prendo neanche in considerazione. Fa parte anch'essa della nostra proiezione. L'uomo osservatore è parte integrante dell'osservazione, ossia della relazione soggetto/oggetto. Quindi il mondo e la sua storia non sono percepibili nella loro essenza, ma nel loro aspetto relativo all'osservatore, che di essi può dare solo una rappresentazione, un modello partecipe. E questo modello esiste esclusivamente nella mente dell'osservatore. D'altra parte il mondo risulta rappresentabile, perché c'è corrispondenza fra la logica interna della mente e la logica interna della natura. Lo spirito mercuriale è infatti coerente con sé. Perciò l'immagine del mondo è una proiezione del mondo fatta dalla mente, come la mente è una introiezione del mondo.”
“E' così. Punto e basta” approva SATURNO.
SOLE: “Se vuoi, ti dico perfino che non c'è storia. Per lo meno dico che storia c'è solo se mi metto a guardare le facce del cubo. Ma io non voglio guardare le facce! E non è una posizione mia, ma una posizione che troviamo anche in altre tradizioni, che possono assimilarsi all'ermetismo. C'è soltanto il presente, che in termini esistenziali si divide in passato, presente e futuro...ma in termini esistenziali, fuori, sulle facce del cubo. Quando il poeta dice che la vita è un sogno, non fa che confermare che la vita è una nostra proiezione. Lo dice con parole più belle, ma è la stessa cosa. Però tutto ciò non va capito intellettualmente, va realizzato col cuore. Va vissuto, va sentito.”
SATURNO: “E' qui il problema. Tante volte le cose le capisci, ma poi...”
MARTE: “Questo valore da dare alla storia è difficile, non dico da accettare, ma da conciliare con l'esistenza quotidiana. E' la posizione coraggiosa di chi realizza che la sua vita è una sua proiezione, che al limite potrebbe anche fare e disfare a suo piacimento. E' la posizione mitica di Atlante, che regge il mondo sulle spalle.”
SOLE: “Certamente. Finché vivi anagraficamente, ci sarà sempre un passato, un presente e un futuro. Quando invece il Nume è integrato, c'è solo il presente. E' come osservare un quadro. Posso dire che nel quadro c'è un primo piano, dei piani successivi ed un fondale, se da una posizione ravvicinata poso il mio sguardo sui singoli particolari. Ma se lo guardi da lontano, è un tutto indivisibile. La realtà della storia, nel senso della sua autonomia dal rapporto mente/natura, procede dal fatto che nella percezione l'IO si identifica con la percezione stessa, il NON-IO, alienandosi ipso facto da sé come percepiente. Secondo logica, il passato dovrebbe essere considerato successivo al presente, in quanto determinato dal momento in cui è pensato come passato!”
SATURNO, vinto dal peso di questi concetti, comincia a sbadigliare: “Signori, abbiamo fatto un po' tardi.”
SOLE: “E' già mezzanotte. Andiamo a dormire e che la notte porti consiglio!”

Giorgio Sangiorgio - In vino veritas – Edizioni Il Convivio (capitolo 3- pagg, 47-61)