Centro Studi Ermetici Alchemici

ALCHIMIA E SALUTE

L’alchimia è una via spirituale di conoscenza, che nella cultura attuale è male interpretata, considerata una chimica grossolana del passato che s'illudeva di trasformare il piombo in oro, oppure un residuo di antiquate conoscenze scientifiche, mescolate a superstizioni magiche. Essa invece è stata una dei valori portanti della civiltà occidentale fino a tutto il Seicento, ha dato un contributo determinante allo sviluppo della medicina e alla scoperta dei prodotti farmaceutici e tuttora può essere di aiuto per chi ricerca uno stile di vita che tuteli la salute psicofisica.
Molte volte si pone l’accento sull’aggettivo spirituale, per distinguere l’alchimia da tempo prevalente in ambito esoterico o psicoanalitico, detta interiore o mentale, dall’alchimia metallurgica, detta esteriore o materiale, che ha utilizzato nei secoli passati un gergo chimico molto complicato ed operazioni di laboratorio ormai desuete o praticate da pochi.
Tuttavia la distinzione tra alchimia spirituale e alchimia materiale, se è appropriata per quanto riguarda il linguaggio e i metodi utilizzati, trae in inganno per quanto riguarda la finalità. Difatti entrambe concepiscono l’opera alchemica come studio e lavorazione della materia, nella sua struttura profonda e invisibile, allo scopo di separarne le parti sottili dalle spesse, di distillarne le parti mobili o volatili dalle fisse, potenziandone poi l'essenza che rigenera e sana, neutralizzandone le scorie che invece corrompono ed ammalano.
Questo lavoro può essere indirizzato verso una chimica ed una fisica capaci di estrarre energia dalla materia e dalla natura i suoi principi vitali, ma anche e soprattutto verso la trasformazione dello stesso l’alchimista, che attraverso la sperimentazione di tutte proprie funzioni e potenzialità, può distillare dal corpo lo spirito imprigionato nella carne, cioè la sua energia intelligente, per poi rinnovare o rettificare col potere dello spirito depurato lo stesso corpo.
L’alchimia è ricerca sperimentale sui segreti di un universo considerato unitario e vivente, organico, di cui l'uomo è parte integrante fondamentale, ma sconfina nella metafisica e da risposte attendibile a domande che l'uomo da sempre si pone sul senso della vita. Attraverso una lunga serie di operazioni essa dovrebbe portare all'integrazione di corpo, anima e spirito e alla identificazione della mente dell'alchimista con la mente universale ed eterna dell'Assoluto. L'alchimia è pertanto conoscenza ed evoluzione interiore, che vanno messe alla prova attraverso il successo o meno in determinate attività: nella produzione di farmaci, nella cura del proprio stato di salute, dell’attenzione, della percezione, della consapevolezza, in positive relazioni con gli altri e l’ambiente circostante, nelle iniziative che danno un senso ed un valore non effimero all’intera esistenza.
Alla luce di queste considerazioni si capisce come i farmaci alchemici, detti tinture, abbiano caratteristiche particolari, che tra l'altro ne rendono impossibile la produzione industriale ed il commercio, se non in ambito ristretto. In primo luogo i preparati derivano la loro efficacia dall'anima della pianta o del minerale utilizzato, che si riflette sul piano fisico, determinando sostanze chimiche con specifiche valenze terapeutiche; in secondo luogo le erbe e i metalli vanno raccolti e lavorati in tempi astrologici precisi, con lunghi processi artigianali di selezione, lavaggio, sminuzzamento e cottura, fatti a mano, con acqua di fonte e lievito, col concorso fondamentale dello stato spirituale dello stesso operatore di laboratorio.
Le erbe, fin dall'antichità, fanno parte del processo di purificazione del metabolismo e di trasformazione della coscienza degli alchimisti, che si appropriano della loro vibrazione energetica tramite infusi, macerazioni e fumigazioni. Inoltre in laboratorio si utilizzano i succhi di alcune erbe, ad esempio il rosmarino, per legare meglio i metalli da trasformare o per congelare il mercurio, con ad esempio l'erba stella o alchemilla, il cui nome deriva proprio da tale utilizzo.
I primi ricercatori imparano a conoscere le virtù terapeutiche delle piante, stimolati dalla osservazione del comportamento degli animali, istintivamente in contatto con l'anima intelligente della natura e che quando sono ammalati - anche se carnivori - si disintossicano con determinate erbe. In questo eccellono le donne, che fin dai tempi più arcaici sono adibite alla raccolta di vegetali commestibili e in seguito alla loro coltivazione e cottura.
L’utilizzazione medica dei procedimenti di distillazione e raffreddamento, fermentazione e calcinazione, applicati sulle sostanze vegetali, è approfondita dall’alchimia araba, che tra il IX e il XII secolo arriva alla scoperta di oli essenziali, acidi, alcali e sali, dell’acqua distillata, dell’alcool – la cui parola di origine araba significa il demonio o acqua del demonio - , dei liquori medicinali, nel tentativo di realizzare l’oro potabile, la medicina universale che può perfezionare fisicamente e spiritualmente l’esistenza terrena.
In Europa l’utilizzazione medica delle conoscenze alchemiche nasce ufficialmente con l'Umanesimo, anche se nel Medio Evo già esiste una certa pratica erboristica – spesso di guaritrici o levatrici di campagna che successivamente con l'Inquisizione corrono il rischio di essere bruciate come streghe - e circolano erbari e ricettari bizantini, tradotti dal greco in latino. Come la più antica alchimia metallurgica nel crogiolo, nata nel periodo greco alessandrino, negli ambienti colti del Rinascimento l'alchimia verde è mezzo di studio per verificare in vitro le correlazioni esistenti tra la terra e il cielo stellato, tra l'uomo e l'universo.
Già tra il IX e il X secolo la medicina occidentale trae insegnamento da testi greci ed arabi, tradotti in latino dalla Scuola Medica Salernitana. Questa ha il merito di diffondere l’idea che la malattia va combattuta attivamente, con dei farmaci, rifiutando il concetto teologico che è inutile curare il corpo corruttibile, quando la vera salvezza risiede in Paradiso. Il testo ufficiale della scuola, il Regimen Sanitatis, scritto in versi latini, ha una grande diffusione e migliora le conoscenze igieniche e sanitarie in tutta Europa.
Le tecniche di vetreria per la costruzione di alambicchi sofisticati sono messe a punto soprattutto dai benedettini e dai francescani, che almeno fino a quando ciò non è proibito dall'autorità papale, nel XIV secolo, sono esperti alchimisti, che ricercano una quintessenza terapeutica nei distillati alcolici del vino e di altri prodotti vegetali, come tutt'oggi molti frati seguitano a fare in alcuni monasteri.
Il primo ad utilizzare metalli trattati alchemicamente a fini terapeutici è però il medico svizzero Philippus von Hohenheim, che nel Cinquecento con varie pubblicazioni favorisce il sorgere e l’affermarsi della chimica farmaceutica. Questo alchimista, che all'inizio della sua professione acquista esperienza come cerusico al seguito di eserciti impegnati nei campi di battaglia, è conosciuto con il soprannome di Paracelso, da lui scelto ad indicare il fatto che le sue sperimentazioni oltrepassano le conoscenze dei medici tradizionalisti del suo tempo, legati alla medicina scolastica ed enciclopedica di Celso, troppo teorica, che disprezzano cerusici e farmacisti che come Paracelso si sporcano le mani ricucendo ferite sanguinanti o lavorando erbe.
All'università di Bologna Paracelso insegna medicina per alcuni anni e influenza molto gli studi di altri docenti e ricercatori naturalisti, fra cui Ulisse Aldrovandi, che sviluppa l’erboristeria e crea il primo orto botanico in Europa per le piante rare, utilizzando un cortile del Palazzo Comunale.
Secondo Paracelso il corpo umano è un sistema di reazioni chimiche, nel quale gioca un ruolo fondamentale un'unica energia sottile, detta quintessenza, attivata dalla interazione di tre principi, dagli alchimisti chiamati zolfo, mercurio e sale. Lo zolfo solare, maschile, attivo, fecondante e fermentativo, ed il mercurio lunare, femminile, passivo, mutativo e generante, sono catalizzati dal sale terrestre, coagulativo e coesivo, che equilibra i primi due opposti ma complementari, che hanno una funzione solvente. Nel gioco delle diverse interazioni il sale media tra zolfo e mercurio, mentre il mercurio media tra zolfo e sale.
Pertanto l'origine delle malattie è da ricercare nello squilibrio o in un equilibrio non dinamico di questi principi e non solo nella disarmonia dei quattro umori della medicina classica tradizionale, che spesso ne è solo l'effetto: chimicamente uno squilibrio tra sostanze acide, basiche e saline; fisicamente tra cariche elettriche positive, negative e neutre; nel campo energetico tra elettricità, magnetismo ed elettromagnetismo; per quanto riguarda l'uomo tra sfera psichica, sfera emozionale e sfera istintiva motoria.
La stessa efficacia del farmaco vegetale deriva da una sinergia tra gli oli essenziali prodotti dalla distillazione, l'alcool o etanolo prodotto dalla fermentazione delle parti spesse e fibrose della pianta, i sali minerali e gli oligo elementi ricavati dalla calcinazione dei residui delle lavorazioni precedenti. Inoltre per Paracelso la salute può essere ristabilita utilizzando rimedi di natura minerale, elementare, più facilmente scomponibile in parti sottili; oltre che con rimedi di natura vegetale o animale, come ghiandole di anfibi o rettili, di natura organica; più complessa.
Paracelso conia per il suo metodo il termine spagyria, composto da due verbi greci, che significano separare ed unire: separare con la distillazione e sublimazione i componenti vitali e sottili da quelli inerti e spessi, depotenziando gli elementi tossici del minerale o del vegetale grezzo; realizzare il farmaco unendo nuovamente il principio volatile purificato più volte al residuo denso calcificato, che così fissa il volatile.
Paracelso e i suoi discepoli rivoluzionano i concetti della medicina medievale, basata esclusivamente sui testi di Ippocrate e di Galeno, sui canoni aristotelici dei quattro elementi e della circolazione dei relativi umori. I primi sono terra, acqua, aria e fuoco - le qualità sottili o stati fondamentali della materia e della relativa energia - e i secondi sono i punti d'incontro tra il corpo e l'energia circolante in natura: la bile nera, dal sapore aspro, legata alla terra e che produce il temperamento melanconico; il flemma, dal sapore salato, bianco, legato all'acqua e che produce il temperamento flemmatico; il sangue, dal sapore dolce, rosso, legato all'aria e che produce il temperamento sanguigno o esuberante; la bile gialla, dal sapore amaro, legata al fuoco e che produce il temperamento tonico o collerico.
E' da precisare che i quattro umori sono fluidi invisibili - come gli elementi da cui derivano - e che i medici dell'antichità, che non possono sezionare i cadaveri per il precetto religioso di non danneggiarne l'anima e quindi conoscono poco l'anatomia umana, li deducono da sostanze visibili, prodotte dal corpo: il coagulo del sangue e le feci per la bile nera, il muco o le lacrime per il flemma, ovviamente il sangue per l'umore sanguigno, il pus o il vomito per la bile gialla.
Ora, con le conoscenze approfondite della fisiologia umana, si può affermare che gli antichi umori in realtà sono diversi stati vibrazionali dei sistemi endocrino, enzimatico, immunitario e neurologico, che determinano la produzione di quantità diverse di ormoni, enzimi, anticorpi, neuro trasmettitori e neuro modulatori, con ciò condizionando tutto il metabolismo, la salute, la sfera emozionale e psichica dell'uomo, tra loro interagenti.
Quindi Paracelso aggiorna le teorie classiche, che partono dal presupposto che le malattie causate da un eccesso di un determinato elemento, umore e temperamento, vanno compensate assumendo sostanze con le qualità dell'elemento ed umore contrario, oltre che con l'estrazione diretta dal corpo - con salassi, purghe e cataplasmi - dell'umore in eccesso, individuato dall'aspetto fisico e dal comportamento del paziente, ma pure tramite l'assaggio dell'urina o di altre secrezioni. Quindi, per fare degli esempi, l'eccesso di umido è combattuto dal secco, di caldo dal freddo, di bile nera e temperamento melanconico dall'umore e temperamento sanguigno.
Tutti sanno che un raffreddore causato da un ambiente umido e freddo è risolto da un ambiente secco e caldo, oppure una insolazione o una febbre alta da impacchi ghiacciati. Non tutti sanno che nell'erboristeria classica le malattie derivanti da un eccesso di bile nera – umore con le qualità freddo e secco, che tra l'altro aumenta con l'autunno – quali la stipsi e la depressione erano trattate con erbe calde e umide come la senna e l'elleboro. Le malattie derivanti da un eccesso di umore flemmatico - di freddo e di umido che aumenta d'inverno e diminuisce in estate – quali il catarro e i problemi respiratori erano trattate con erbe calde e secche come il timo e l'issopo. Per le malattie derivanti da un eccesso di umore sanguigno – di umido e di caldo che aumenta in primavera e in estate – quali la gotta e la diarrea erano usate erbe fredde e secche quali la bardana. Infine per i malanni causati da un eccesso di bile gialla – di caldo e di secco che aumenta in autunno – quali il nervosismo e i disturbi del fegato erano utilizzate erbe fredde e umide come il rabarbaro e il tarassaco.
In genere il metodo più semplice per assumere le qualità di un vegetale è la classica tisana, con la pianta fresca appena raccolta o la pianta seccata al sole, conservata in vasi di terracotta o di vetro scuro, lontani dal sole, immergendola in acqua bollente per circa 15 minuti, poi filtrando e bevendo l'infuso con un po' di miele monofiore (acacia, rosmarino, tiglio , timo) o zucchero grezzo.
Secondo la medicina classica nell'uomo un eccesso di terra determina col tempo, specialmente in età avanzata vari tipi di calcificazioni, artrosi, sclerosi nelle arterie e nel cervello; che un eccesso di acqua favorisce alterazioni del sistema vegetativo, la crescita di tumori a livello cellulare; che un eccesso di aria la formazione di asma e allergie, un forte aumento di radicali liberi; che infine un eccesso di fuoco infiammazioni, nevralgie e infiammazioni croniche come l'artrite, tumori distruttivi degli organi. Un eccesso di terra scompensa anche la psiche, con la formazione di idee ossessive o stati depressivi, come un eccesso di fuoco la formazione di stati maniacali.
Con la spagyria, influenzata dalla filosofia neoplatonica in auge nel Cinquecento, si attribuisce un grande effetto terapeutico all'anima vitale e sensibile del prodotto della natura, modulata da uno o due dei sette archetipi o vettori di energia operanti nel mondo, che manifestano sul piano fisico delle sostanze, oggi chiamate principi attivi. Queste sostanze - alcaloidi, glucosidi, lipidi, mucillagini, oli essenziali – possono stimolare positivamente alcune funzioni del metabolismo e sono utilizzate dalle stesse piante come scorte di riserva, per combattere parassiti o affrontare le variazioni climatiche. Esse sono meglio assorbite dall'organismo e a lungo termine hanno maggiore efficacia, se restano unite alle altre sostanze della pianta, mentre hanno diverse controindicazioni e quindi nel tempo meno efficacia, se sono allo stato puro, prodotto sinteticamente.
Difatti un farmaco spagirico va prodotto con tecniche che permettono di estrarre l'anima o principio essenziale della pianta o del metallo, anch'esso ritenuto vivente: non solo la loro bioenergia disponibile ma anche quella potenziale, derivante dalla sinergia di polarità attive e passive, dei tre principi alchemici, degli elementi sottili facenti parte in maniera organica della loro anima vegetativa, a sua volta collegata all'anima unitaria della natura, un insieme superiore alla semplice somma delle loro parti visibili.
Questo principio essenziale è individuato dall'alchimia spagirica seguendo l’ipotesi che nell’esterno d’ogni pianta o minerale si evidenziano segni o caratteri specifici, derivanti da ciò che li anima dall'interno, che in ultima analisi è il manifestarsi di sette archetipi, di sette diverse emanazioni del Principio Divino, che nell'immaginario della Tradizione sono stati chiamati in modi diversi: dalla mitologia dei, dall'astrologia classica pianeti e dall'alchimia metalli: Saturno, Giove, Mercurio, Venere; Marte, Luna e Sole; nello stesso ordine piombo, stagno, mercurio, rame, ferro, argento e oro.
Per la spagyria l'interiore riflette intorno a sé l'esteriore, come uno specchio in cui contemplare il processo archetipico di generazione della forma materiale. Ogni cosa nasce dall'interiore e ne conserva la impronta nel colore, nell'odore, nel sapore e nella forma dell'esteriore. La cura dell'interiore appartiene al fluido mondo dell'anima e quella dell'esteriore alle rigide leggi del mondo fisico; ma se l'interiore penetra l'esteriore, infondendo la forza creatrice degli archetipi, anche il fisico viene equilibrato o guarito da eventuali malattie.
L'anima vitale manifesta nel mondo fisico l'onnipotente spirito metafisico; essa è energia spirituale continuamente operante nella materia, presente in ogni ente vivente fin dalla sua nascita e fino a quando non lo abbandona per l'esaurimento dell'organismo che lo contiene. L'anima è come una immagine virtuale, modellabile col potere del pensiero e delle emozioni, che prefigura una forma visibile, caratterizzata da uno o più archetipi prevalenti.
La spagyria rivaluta uno dei principi di Ippocrate, secondo il quale l'organo umano può essere curato da ciò che più gli è simile, quindi meglio assimilabile. Pertanto si ritiene che gli organi dell’uomo si ritrovino nelle forme e nei colori di alcuni prodotti della natura e che la rassomiglianza fra gli uni e gli altri indichi la presenza del medesimo archetipo regolatore, il cui potere può essere estratto e introdotto nell’organo carente di tale potere, quindi malato, per ripristinarne le funzioni.
Ad esempio per Paracelso il gheriglio della noce, poiché assomiglia alle circonvoluzioni del cervello, si utilizza per alcuni disturbi mentali; la foglia della polmonaria, che assomiglia al tessuto malato e con cisti del polmone, si usa per bronchiti e tubercolosi; il fiore della calendula, che assomiglia al sole, si applica per attenuare le infiammazioni; molti fiori gialli, come il tarassaco e la celidonia, sono associati alla itterizia e pertanto usati per i disturbi di fegato; la nervatura della foglia della vite rossa sembra il diramarsi delle vene, mentre il vino rosso assomiglia al sangue e pertanto ne favoriscono la circolazione; la radice velenosa dell'aconito richiama spesso la forma dello scorpione e pertanto si usa in piccole dosi per le punture degli stessi scorpioni; la foglia perforata dell'iperico o la foglia seghettata dell'achillea, simili ad una ferita, hanno proprietà cicatrizzanti; la foglia circolare della alchemilla, simile alla forma cilindrica della cervice uterina, è utilizzata per i dolori e le emorragie mestruali; l'equiseto o erba cavallina, che assomiglia alla spina dorsale, è utilizzata per i problemi delle ossa e della colonna vertebrale.
Inoltre le radici dell'asparago richiamano i vasi del sistema linfatico e pertanto sono diuretiche e disintossicanti; le foglie della centella somigliano a ciotole capaci di contenere l'acqua piovana e pertanto trattiene ed elimina i liquidi in eccesso; le venature nel tronco del faggio ricordano le arterie e pertanto il suo estratto è indicato per il colesterolo; i semi del fieno greco ricordano il fegato e pertanto servono a depurarlo; il legno del frassino è elastico e molto resistente e pertanto i suoi estratti curano reumatismi e dolori articolari; le foglie ovali del mirtillo richiamano la forma dell'occhio ed il frutto il bulbo oculare e pertanto proteggono la vista; la foglia rugosa della salvia richiama la lingua umana e protegge il cavo orale, ecc.
I principi attivi compensano un umore in eccesso o contrastano un certo agente patogeno, ma solo il principio essenziale o animico può fortificare l'anima dell'organo malato. Esso introduce nel corpo la forza di un archetipo celeste, presente nel frutto della natura secondo le corrispondenze tradizionali che legano microcosmo e macrocosmo. Quindi l'alchimista può rettificare con la natura ciò che la stessa natura a volte crea imperfetto o incompleto.
Infine Paracelso intuisce che alcune sostanze sono tossiche, in quanto concentrano in quantità eccessiva la forza vitale; quindi riduce di molto le dosi da utilizzare e media i metalli con alcuni sali, in maniera che siano meglio metabolizzati dall’organismo. Nella spagyria ciò è fondamentale nella preparazione farmaceutica del mercurio, dell’antimonio e dell’arsenico, che così da veleni sono trasformati in farmaci. Il procedimento è utilizzato anche per i sali del maschile oro, utilizzati come tonico e stimolante dell'organismo, come disintossicante, per rinforzare il sistema immunitario, oppure per i sali del femminile argento, utilizzati come calmante, in caso di sbalzi di umore, con effetti benefici per tessuti, pelle, mucose e ghiandole, in caso di infezioni di batteri, virus e funghi.
Anche l'attuale medicina omeopatica applica il principio che il simile è curato dal simile, con riferimento non alle caratteristiche degli organi umani, ma a quelle dei sintomi visibili delle malattie. Pertanto l'omeopatia riduce all'essenza formativa e informativa, ad una particolare frequenza sostanze che producano sintomi simili a quelli delle malattie che vanno curate, come in parte si effettua nelle vaccinazioni.
Per il prodotto spagirico, detto tintura, a volte si usa una distillazione dolce con vapore d'acqua e la fermentazione è eseguita sempre nell'acqua, senza lievito, con un processo che può durare da alcuni giorni o alcune settimane, secondo il tipo di pianta. Il prodotto è un insieme dinamizzato di oli essenziali, di etanolo (10/20 % massimo) e sali. Si può ricavare anche un unguento, mettendo la pianta seccata in un vaso con olio di ricino e lasciandola in infusione per circa 40 giorni, mescolandovi poi la calcinazione del residuo.
Nel rimedio spagirico non è mai la quantità, ma la qualità a determinare l'azione terapeutica. Si usano dosaggi limitati, ma non si rinuncia completamente al piano fisico, come nella omeopatia. Il rimedio risiede in tutte le manifestazione sensibili e soprasensibile del prodotto, cariche di significati per l'organismo che deve reagire alla malattia, fra cui anche l'odore, il sapore e il colore, legati sempre ad uno specifico archetipo o pianeta. In via generale Saturno e la sua tipica energia terapeutica sono legati in particolare al viola, a colori scuri e all'amaro; Giove all'azzurro o al blu e al salato; mercurio all'arancio e al dolce; Venere al verde e al sapore zuccherino; Marte al rosso e al piccante; la Luna all'indaco o al bianco e all'insipido; il Sole al giallo e all'acido o aspro.
Il Sole e l'oro sono legati al plesso solare e al cuore; hanno efficacia su malattie relative alla circolazione e al sistema immunitario, sull'artrite. La Luna e l'argento sono legati al plesso ombelicale, hanno efficacia sulla epilessia, la malinconia, i problemi cerebrali o di stomaco. Venere e il rame sono legati al plesso renale; hanno efficacia sulle malattie renali. Giove e la stagno sono legati al plesso sotto diaframmatico; hanno efficacia sulle malattie polmonari e di fegato. Marte e il ferro sono legati al plesso delle braccia; hanno efficacia su malattie della cistifellea o del sangue. Saturno e il piombo sono legati al plesso del collo; hanno efficacia su malattie della milza, delle ossa e della muscolatura. Mercurio e il mercurio sono legati al plesso lombare; hanno efficacia su malattie dell'intestino, del sistema linfatico e dei tessuti.
Quindi il farmaco spagirico porta la propria essenza formativa e informativa sia nell'inconscio, nelle memorie profonde del corpo da cui provengono poi le reazioni immunitarie adeguate, sia direttamente nella coscienza del malato, che deve reagire con tutta la forza del pensiero positivo e dell'immaginazione attiva. Ad ogni modo la realizzazione del farmaco spagirico avviene attraverso una relazione sottile tra l’anima dell’alchimista e l'anima del prodotto manipolato, tra la sua mente e l’anima intelligente della natura, di cui deve apprendere il linguaggio muto, come il processo di guarigione può perfezionarsi solo attraverso una interazione attiva tra l’anima del medico e quella del malato. Pertanto il successo è influenzato dallo stato di purezza spirituale del terapeuta.
Nelle relazioni che legano corpo e mente umani allo zodiaco, per gli alchimisti è molto importante il sistema endocrino, con sette ghiandole che producono ormoni e neurotrasmettitori di grande importanza per il metabolismo e l'attività mentale. Come i pianeti si muovono intorno al sole per effetto della sua forza gravitazionale ed elettromagnetica, così nel corpo umano si muovono queste sostanze, trasportate dal sangue che circola continuamente per mezzo del cuore, il sole dell’essere umano, per raggiungere le cellule dei vari organi e i neuroni del cervello. Saturno è collegato all'epifisi, che secerne serotonine e la melatonina che regola i cicli dell'organismo, Giove all'ipofisi che secerne ormoni della crescita ed endorfine, Mercurio al pancreas che secerne l'insulina, Venere alle ghiandole surrenali che secernono l'adrenalina, Marte alla tiroide che secerne la tirossina che controlla il metabolismo, la luna alle ghiandole sessuali che secerno testosterone e estrogeni, il Sole al timo che secerne i linfociti che attivano il sistema immunitario.
Nello sforzo di recuperare la salute il corpo è il principale alleato del malato, purché gli venga concesso il tempo di esercitare la sua memoria e intelligenza istintiva. E' importante attendere con fiducia la fine dei lunghi processi di disintossicazione e rigenerativi, senza allarmarsi per i passeggeri contraccolpi fisici e psichici, che ne derivano. In genere i prodotti spagirici cominciano a manifestare la loro efficacia dopo una settimana e dopo tre o quattro mesi se ne sospende l'utilizzo per un mese; vanno assunti in dosi minori dai bambini e dagli anziani; non vanno assunti dalle donne nei primi tre mesi di gravidanza, prima di un intervento chirurgico. Per la maggior parte delle persone tali prodotti non possono sostituire del tutto i farmaci di sintesi, che nelle malattie acute o gravi hanno un effetto più rapido anche se con controindicazioni varie. Difatti il principio essenziale ha un effetto più lento ed è comunque attenuato se il suo utilizzo non è accompagnato da una contemporanea purificazione della mente, da un radicale distacco dai condizionamenti e dalle abitudini di una vita molto artificiale, da un cambiamento dello stile di vita, per entrare in sintonia con i cicli e le regole della natura. In ogni caso i farmaci spagirici possono certamente completare l'effetto di altri farmaci, accelerando il processo di guarigione.
L'alchimista, che in sostanza è medico di sé stesso – per lo più non guarisce gli altri, ma insegna ad auto curarsi, cioè a portare a perfezione ciò che ognuno è in potenza - tutela la propria salute con un equilibrato regime di vita, preferisce utilizzare i farmaci allopatici per curare malattie gravi o acute, i farmaci spagirici o omeopatici per curare malattie croniche o psicosomatiche. Comunque gli uni non escludono gli altri. che non guarisce gli altri.
In via preliminare occorre capire che nella formazione delle malattie vi sono cause genetiche o ambientali, che di per sé non sono determinanti, ma che lo diventano a causa di fattori scatenanti, come l’alimentazione squilibrata, gli sconvolgimenti emotivi e soprattutto lo stress esistenziale, dovuti alla mancata comprensione dei valori e dei significati della vita.
L'alchimia è una conoscenza olistica e pertanto considera le qualità degli elementi o i principi attivi per agire nella dimensione fisica, gli umori e i temperamenti per far interagire corpo e mondo sottile dell'anima, le energie formative e informative dei pianeti per far interagire anima e dimensione metafisica dello spirito. In questo senso sono necessari farmaci minerali e vegetali, sia omeopatici che allopatici, ma soprattutto un positivo rapporto di scambio con lo stato emozionale ed il campo energetico degli esseri viventi con cui si entra in empatia o simpatia, privilegiando le persone che completano o equilibrano il proprio umore o temperamento, in specie con la polarità sessuale opposta.
Sia la medicina allopatica che omeopatica hanno origini antiche. La prima proviene dalla scuola tradizionale, che ritiene che la malattia derivi dalle influenze nefaste di un pianeta o di un segno astrologico. Per tale orientamento la cura consiste in rimedi che contrastino tale influenza, con antidoti più forti del potere dell'astro deleterio. La medicina omeopatica deriva dalla scuola ermetica, che ritiene che l'organo si ammali per simpatia con il pianeta o il segno astrologico col quale è correlato, perché questo sta sta subendo l'influenza di un altro astro. Un astro esercita sempre e solo un'azione positiva sull'organo collegato, ma può essere temporaneamente impedito nella sua funzione da un altro astro che lo mette in ombra Si tratta quindi di trovare un rimedio simile all'astro collegato, in grado di aumentarne l'influenza positiva.
Per quanto riguarda le energie vegetali, la loro raccolta deve avvenire in punti geomagnetici positivi, lontano dall'inquinamento dei centri abitati, allo scopo di ottenere un preparato più efficace, con piante che hanno mantenuto inalterata la memoria della propria specie e sviluppato a pieno il loro campo energetico. La seconda deriva dalla scuola
La pianta coltivata è più debole, perché costretta a vivere in un habitat innaturale e che le fa smarrire l'anima vegetativa. Quella selvatica è più forte e quindi più attiva, perché costretta a combattere per sopravvivere, senza concimi e insetticidi, nel suo ambiente di origine, perché assorbe la composizione magnetica del luogo in cui cresce e conserva meglio le valenze terapeutiche della propria specie. Per la preparazione dei farmaci vengono utilizzate determinate parti della pianta fresca (radice, foglia, seme, fiore), raccolta nel momento di maggiore energia, coincidente con i primi giorni di luna crescente, considerando i giusti tempi astrologici: stagioni, giorni e ore precisi, corrispondenti al genio planetario della specie.
Il luogo dove nascono le piante deve essere in equilibrio con i quattro elementi: senza violente o eccessive precipitazioni per quanto riguarda l'elemento acqua; protetto da eccessiva esposizione al sole per quanto riguarda il fuoco; riparato dal vento per quanto riguarda l'aria; col giusto angolo di incidenza, dal punto di vista dell'irradiazione elettromagnetica del sole e della luna, per quanto riguarda la terra. In questo modo non si mina il delicato equilibrio idrosalino della pianta, se ne conserva il contenuto di oli essenziali e si amplifica il suo potenziale formativo e informativo.
Per estrarne tutti i principi, le radici vanno raccolte nel tardo autunno, dopo le prime brine e nelle ore del mattino o dell’imbrunire, in giornate serene e con tempo stabile; invece le foglie ed il fusto in pieno sviluppo e prima della fioritura, nelle ore della mattinata, ma non oltre mezzogiorno, in giornate assolate e prive di vento; al primo mattino e nelle stesse condizioni di tempo i fiori non ancora sfioriti ed i frutti, quando hanno raggiunto la maturità.
Considerando la pianta in generale, le radici agiscono sul cervello, le foglie e il fusto sugli organi del torace, i fiori sugli organi riproduttivi, frutti e semi sugli organi del ricambio. Inoltre le radici sono legate a Saturno, il gambo a Marte, le foglie alla Luna, i fiori a Venere, i frutti a Giove e i semi a Mercurio. Le radici sono poi associate all'elemento terra, le foglie all'elemento acqua, i fiori all'elemento aria e i semi all'elemento fuoco.
Ogni specie vegetale ha un’anima ove è prevalente un archetipo o pianeta, che le conferisce particolari virtù curative. In genere le piante saturnali possono essere astringenti, coagulanti, antinfiammatorie, febbrifughe, refrigeranti e sedative, ma anche tossiche; possono agire sulla milza e il midollo osseo. Le piante gioviali possono essere antispasmodiche, balsamiche, corroboranti ed emollienti; esse possono bloccare lo stimolo del vomito, regolare transitoriamente le funzioni degli organi, in specie del fegato. Le piante mercuriali possono essere antiossidanti, nervine, rilassanti ed attenuare cefalee ed emicranie; esse possono essere usate come aperitivo, agiscono sull’addome, sui bronchi e sui polmoni. Le piante venusiane possono essere diuretiche, antisettiche; esse possono arrestare le emorragie (emostatiche) ed agire sulle infiammazioni e alterazioni renali e degli organi sessuali. Le piante marziali possono essere afrodisiache, stimolanti, toniche, ma caustiche e vescicanti; possono agire sulla cistifellea e sui condotti biliari. Le piante lunari possono essere calmanti, soporifiche, lenitive; esse possono avere caratteristiche enzimatiche e fermentative, agire sul plesso del gran simpatico, sulle ghiandole sessuali, favorire il vomito in caso di avvelenamenti (emetiche), ma anche alterare il sistema nervoso e la psiche. Infine le piante solari possono avere proprietà ricostituenti, sudorifiche, stimolanti e digestive; esse possono agire sul cuore e circolazione.
Le piante saturnali in genere hanno una forma allungata e sottile; un colore scuro o slavato, violaceo; un sapore sgradevole, amaro, acre; un odore sgradevole, maleodorante; una crescita lenta. Le piante gioviali in genere hanno una forma compatta e abbondante; un colore blu luminoso, anche giallo; un sapore buono, rinfrescante, a volte salato; un odore gradevole, leggermente acre; una crescita fiorente e abbondante. Le piante venusiane in genere hanno una forma bella ed elegante; un colore rosa, bianco e blu chiaro; un sapore piacevole o dolce amaro; un odore che stordisce, molto profumato; una crescita rigogliosa. Le piante lunari in genere hanno una forma caratteristica, a volte insolita; un colore bianco, grigio o viola chiaro; un sapore insipido; un odore poco forte; una crescita rapida. Le piante mercuriali in genere hanno un forma curva, insolita; diversi colori, cangianti, arancioni, giallognoli; un sapore dolciastro, aromatico; un odore aromatico, caratteristico; una crescita molto rapida. Le piante marziali hanno un aspetto ispido, spinoso; un colore rosso; un sapore piccante, salato; un odore penetrante, forte, di bruciato; una crescita non univoca, non uniforme. Le piante solari in genere hanno un aspetto eretto e imponente; un colore arancione o giallo; un sapore intenso, aspro; un odore forte, aromatico; una crescita continua.
Sono prevalentemente saturnali la borsa del pastore, il carciofo, il cardo, la cicoria, il granturco, l'equiseto o coda cavallina, la genziana, il luppolo, la gramigna, l'edera; sono pure saturnali le velenose solinacee, come la mandragola, lo stramonio, l'elleboro, la belladonna, l'aconito e la cicuta, oltre alle piante sedative o antidolorifiche come l'artiglio del diavolo, il salice, la canapa, l'amaranto. Sono prevalentemente gioviali il tarassaco, il basilico, la celidonia, l'issopo, il castagno, il rovo, la salvia, l’indivia, la bietola, il cardomariano, la malva, il tiglio, l'oleandro, il melo e il lino. Sono in prevalenza venusiane la bardana, il mirto, la verbena, la menta, il muschio, l’achillea, l'uva orsina, la betulla, la melissa e il sambuco. Sono in prevalenza lunari il papavero, l'antea, la lunaria, il calamo, il bambù, la felce, la mirra, l'artemisia, l'alchemilla, l'agnocasto, l'issopo, il cavolo, il crescione, il cetriolo, la zucca e la lattuga. Sono in prevalenza mercuriali il finocchio, lo zenzero, l'anice, lla sambuca, la polmonaria, l'origano, la maggiorana, il prezzemolo, la carota, la valeriana, il sedano, la santoreggia, la liquirizia, il trifoglio, l'herba Moly, l'echinacea, l'eucalipto, il nocciolo, il noce e la lavanda. Sono prevalentemente marziali il biancospino, il basilico, l'acanto, la prunella, il frassino, il leccio, il timo, la genziana, il peperoncino, il rusco o pungitopo, l’aglio, la cipolla, la vite e l’ortica. Sono in prevalenza solari l’angelica, la calendula, la camomilla, il ginepro, l'elicrisio, l’iperico, l'eufrasia, il limone, l’olivo, il noce, l'incenso, il rosmarino, l’alloro, il vischio e la ruta.
Un'opera enciclopedica in sei volumi sulle virtù di tutte le piante, ispirata all'erbario greco di Dioscoride, viene pubblicata nel XVI dal medico senese Pietro A. Mattioli; il collegamento di ogni specie ad una o in certi casi a due influenze planetarie è effettuata in maniera organica con l'erbario di Nicholas Culpeper, pubblicato in Inghilterra nel XVII secolo.
Al fine di tutelare in via preventiva la salute, la pratica alchemica favorisce una più fluida circolazione degli umori presenti nell'organismo umano. Essa tiene conto del fatto che gli umori sono legati ai quattro elementi, che si succedono nel ciclo annuale dei dodici segni dello zodiaco, col predominio alternato di ognuno di essi ogni quattro mesi. Lo squilibrio significa che manca la spinta alternata di tutti gli elementi e questo in genere perché un elemento è iperattivo, uno è esaurito e gli altri due sono poco attivi.
Molto sinteticamente, se l'elemento acqua è iperattivo, sono iperattivi l'umore flemmatico, il sistema vegetativo e linfatico, il pancreas; al contempo è inattivo l'elemento complementare fuoco con l'umore bilioso, il sistema sanguigno, la cistifellea e lo stomaco; mentre gli elementi terra e aria sono poco attivi. Se l'elemento l'aria è iperattivo, sono iperattivi l'umore sanguigno, il sistema neurologico e sanguigno dell'ossigenazione , il fegato e i reni; sono invece inattivi l'elemento terra, l'umore malinconico, il midollo osseo, la milza e l'intestino; mentre gli elementi acqua e fuoco sono poco attivi.
Per realizzare se un elemento sia iperattivo o inattivo in un composto umano, oltre la consultazione del tema natale astrologico, è importante individuare l'aspetto fisico ed il temperamento dell'individuo. In linea di massima chi subisce la iperattività del fuoco è magro, collerico, con intelligenza e immaginazione vivaci, con funzioni neurovegetative rapide; la sua cute è calda e olivastra, il suo sguardo penetrante ed espressivo, il che rivela un carattere espansivo, volitivo, ambizioso, passionale, coraggioso. Egli batte molto il tacco delle scarpe per marcare il territorio e vive fortemente l'elemento in cui la vera manifestazione dello spirito trova maggiori possibilità per farsi strada e che come supporto si serve del sangue.
Chi subisce la iperattività dell'aria ha forme tondeggianti ma piene, la cute rossa e calda, con funzioni neurovegetative attive; la sua intelligenza è veloce, creativa, intuitiva, il suo è un carattere estroverso, allegro, gioviale e impulsivo. Egli si muove spesso sulla punta delle scarpe, come per staccarsi da terra, vive essenzialmente nell’elemento in cui si esprimono le forze dell'anima, le quali da un lato si servono del sistema nervoso, dall’altro della respirazione.
Chi subisce la iperattività della terra è magro, astenico ed ha la cute fredda e olivastra, con funzioni neurovegetative rallentate; il suo sguardo è poco espressivo e rispecchia un carattere introverso, melanconico, riservato, pessimista; il suo passo è pesante e strascicato. Egli vive nell’elemento terra ed è il temperamento in cui emerge maggiormente il solido e il fisico.
Chi subisce la iperattività dell'acqua ha forme rotonde e flaccide, con funzioni neurovegetative torpide. Egli ha un carattere introverso, adattabile, sensibile, paziente e riflessivo; la sua cute è pallida e fredda. Il corpo del flemmatico è unito soprattutto alle forze della crescita che sviluppano la vita e che si celano nell’elemento acqua, perciò nel suo organismo i fluidi hanno la massima importanza ed il sistema ghiandolare ha un ruolo di primo piano.
Occorre poi considerare il timbro, la tonalità ed il volume della voce: lenta, bassa e con profonde risonanze con predominio di terra; fluida, scorrevole, moderata con predominio di acqua; veloce, forte, alta con predominio di aria; distinta, potente, penetrante con predominio di fuoco.
Allo scopo di salvaguardare la salute psicofisica, è opportuno prendere coscienza delle emozioni dominanti nella propria esistenza, tipiche di un preciso umore. Se ad esempio nelle attività giornaliere si presentano spesso la mancanza di sentimenti, la depressione, la inquietudine, la taciturnità, la frustrazione, il sospetto, l'invidia, il rancore, l'egoismo e l'attaccamento ai propri beni, l'elemento terra e l'umore melanconico non sono in equilibrio. Se invece è frequente l'amore per lo studio e la ricerca, la riservatezza, la tenerezza, la concentrazione e la ponderazione, l'elemento è in equilibrio.
Lo stesso succede con l'apatia, l'indifferenza, l'infelicità, la sottomissione, l'imbarazzo, la vergogna, il timore, il disgusto, l'incertezza e la stanchezza con l'acqua e l'umore flemmatico; lo stesso succede con l'ansia, il rimorso, la furbizia, l'euforia, l'ironia, l'ipocrisia, la gelosia, l'eccitabilità e l'eccessivo piacere dei sensi con l'aria e l'umore sanguigno. Invece il fuoco e l'umore bilioso è dominante se sono presenti frequentemente l'orgoglio, l'ira, l'odio, l'impulso vendicativo, la prodigalità, l'ambizione, la passione, gli impulsi possessivi e autoritari. L'elemento acqua e l'umore flemmatico sono in equilibrio se è presente la felicità, la versatilità, la sensibilità, la fiducia e la speranza; l'elemento aria e l'umore sanguigno sono equilibrati se è presente l'ingegnosità, l'armonia, la prontezza, l'allegria e la gentilezza; l'elemento fuoco e l'umore bilioso sono equilibrati se è presente la pietà, la generosità, il coraggio, l'entusiasmo e l'amore per gli altri.
Nell'uomo la salute si regge sul delicato equilibrio tra il sistema endocrino, l'apparato immunitario, la rete neurologica e la mente. Se si scompensa uno di essi, anche gli altri si alterano e la predisposizione genetica ad una malattia ha campo libero. Quindi di estrema importanza è il raggiungimento di una effettiva sincronia tra la sfera istintiva della libido, quella emozionale delle passioni e quella psichica dell'intelletto, legate a tre tipi di cervello.
Nell'uomo vi è un cervello detto rettiliano, di formazione più arcaica, legato ai centri motori e all'istinto, che è preposto al soddisfacimento dei bisogni del corpo - bere, mangiare, dormire, copulare – o di difesa. Governa con una velocità istantanea il metabolismo incosciente e le reazioni automatiche. Formato dal midollo spinale e dalla parte dell'encefalo ad esso collegato, segnala con il dolore o il piacere fisico lo stato di salute, con le forti emozioni primarie della paura o dell'ansia o della collera uno stato di pericolo o di contrasto per l'esistenza dell'individuo, procura al corpo attraverso la scarica immediata di ormoni e neuro trasmettitori l'energia necessaria ad reagire nella maniera più opportuna.
Si distingue poi un cervello del sistema limbico, di formazione successiva alla quello rettiliano, legato ai centri umorali e agli stati emotivi propri dell'anima. Tramite reazioni umorali ed emotive, causate all'individuo dai problemi della vita di relazione, tale cervello memorizza il comportamento più adatto ad affrontare le relazioni e le competizioni in un gruppo sociale. Pertanto regola, tramite un pregresso condizionamento della specie umana o i condizionamenti del singolo da parte degli altri, i rapporti interpersonali. Formato dall'ippocampo, dall'amigdala e dal talamo, alle difficoltà di relazione o a situazioni di competizione reagisce tramite stati d'animo ricorrenti e modi di pensare programmati, che a volte sono utili ma spesso sono acritici, rigidi e ripetitivi, che si ripercuotono in maniera stressante o patologica sull'esistenza e priva lo stato di coscienza della lucidità e fluidità necessarie ad analizzare con obbiettività le situazioni.
Infine è presente un cervello della corteccia cerebrale, di formazione più recente, legato al centro psichico evoluto, che attiva la riflessione interiore, la intelligenza e la creatività. E' suddiviso a sua volta in un emisfero sinistro, legato al linguaggio logico e alla ragione, e in un emisfero destro, legato alla intuizione e alla immaginazione. A differenza delle emozioni rettiliane e del pensare e sentire limbici, con cui è spesso in contrasto, determina uno stato mentale libero, elastico, critico, probabilistico, che spinge verso la evoluzione e conoscenza spirituali. Non è supportato dalla velocità delle emozioni o dalla programmazione del comportamento, e quindi quasi sempre subisce la forza dirompente e condizionante degli altri due cervelli.
Lo stato di salute e di appagamento interiore dipende da un armonico utilizzo delle funzioni di questi tre cervelli. Purtroppo ciò accade raramente, perché si tende a stimolare troppo i piaceri del cervello rettiliano, andando oltre il naturale soddisfacimento dei bisogni fisici, oppure le forti emozioni legate alle sue reazioni davanti a situazioni estreme, fuori del normale, appositamente ricercate.
Del pari si segue passivamente il modo condizionato e persistente di sentire e di giudicare del sistema limbico, di per sé confortante perché elimina dubbi ed esami di coscienza, ma spesso sbrigativo, alla lunga opprimente, quasi maniacale, perché si ferma alle apparenze, ad una rappresentazione riflessa della realtà, senza affrontare in profondità le problematiche esistenziali, imprigionando in un circolo vizioso di pregiudizi e stati d'animo immotivati. Ciò può determinare, col passare degli anni, stati di tensione o depressione, in contrasto con l'intelligenza creativa ed evolutiva, che non riesce mai ad esprimersi e a sbloccare la situazione involutiva.
Per evitare tale situazione, che deteriora rapidamente la salute, l'operatività alchemica consiste nel destrutturare e ristrutturare il caotico composto psicofisico dell'uomo ordinario, nel concedere spazio e tempo alla riflessione più lenta della corteccia cerebrale, in grande parte inutilizzata, in maniera che possa avere il sopravvento sugli altri cervelli.
L'alchimista vuole far prevalere l'intelligenza e la creatività, indispensabili per l'integrazione spirituale dell'uomo, e pertanto utilizza la meditazione, il silenzio, il digiuno, l'isolamento, la recitazione di preghiere o carmi, la contemplazione della natura, la focalizzazione o visualizzazione interiore, particolari attività fisiche. Questi stacchi servono a disarticolare i meccanismi automatici del rettiliano e a spezzare il condizionamento alienante del limbico, che tra l'altro spingono sempre ad agire con la paura o la rabbia, nell'agitazione o nell'ansia, a fare le cose in maniera ripetitiva e acritica, in fretta e furia, spinti dal senso di colpa o del dovere, perché in questo modo hanno facilmente il sopravvento sul ragionamento.
In realtà l’alchimia interiore o mentale s'ispira alla medicina ermetica, risalente a quella sacerdotale di Esculapio, il dio greco della medicina, che considera la malattia nella sua essenza un contrasto tra corpo e anima, tra anima e spirito; essa ricerca rimedi e guarigioni attraverso intuizioni e immagini oniriche, che affiorano dall’inconscio e la presa di coscienza dei propri squilibri profondi. Anticamente ciò si raggiungeva frequentando luoghi sacri o santuari, come quello di Epidauro, con l'assistenza di sacerdoti terapeuti; oggi con tecniche individuali, come l'operatività alchemica, che aiutino a superare la consapevolezza comune.
A tal fine sono utili particolari attività fisiche o psichiche, come l'immaginazione creativa che va a modificare quell'immagine virtuale che costituisce l'anima dell'uomo. Tra le tecniche più seguite si possono menzionare la meditazione, la contemplazione ed il rito, inteso come dare il giusto ritmo all'esistenza quotidiana e così renderla sacra, cioè con finalità trascendenti. Soprattutto sono efficaci le attività artistiche, che dilatano le coordinate del tempo e dello spazio, per mettersi realmente in contatto con l'anima individuale e con lo spirito. Tra esse spiccano le terapie del colore e del suono, legate alla vibrazione delle ottave, tra le quali eccellono la danza e il canto sacri.

GIORGIO SANGIORGIO