Centro Studi Ermetici Alchemici

LA DONNA E L'ALCHIMIA

Negli ultimi anni, nei gruppi o ambienti dove si pratica l'alchimia, si assiste ad un fenomeno nuovo: la presenza sempre più numerosa di donne nel ruolo di operatrici o per lo meno di uditrici molto interessate, il che sta rivoluzionando in positivo il modo abituale di divulgare la pratica alchemica. Questo fatto sembra andare controcorrente, rispetto alle tradizioni dello scorso secolo, dove i gruppi alchemici si caratterizzavano per la prevalente presenza di uomini. Ciò inoltre smentisce la teoria, del tutto arbitraria, secondo la quale l'alchimia sarebbe una via tipicamente maschile, perché molto razionale e tecnica, senza dare spazio all'intuizione e all'emozione.
In realtà questo recente fenomeno si è già ripetuto in altri periodi storici, quando le condizioni sociali e religiose lo hanno permesso. Tra il II e il I secolo A. C. già emergono le figure di Maria La Profetissa e di Cleopatra, ed un aspetto interessante dell'alchimia di questo periodo è la notevole presenza di donne, anche col ruolo primario di capiscuola. Nel III- IV secolo d. C. l'alchimia alessandrina giunge al suo apogeo e nello stesso tempo appaiono importanti donne alchimiste, Teosebia, Panunzia e Ipazia, primo martire del fanatismo cristiano.
Questa presenza dipende dal fatto che nel mondo egizio, alessandrino e romano le donne hanno raggiunto un ruolo sociale, culturale e politico altissimo, simile all'attuale, che con la dissoluzione dell'impero romano d'Occidente e l'invasione araba del bacino del Mediterraneo perdono rapidamente. Nel Medio Evo molte donne sono assistenti di medici, infermiere o levatrici, conoscitrici esperte delle erbe, ma se osano interessarsi apertamente di alchimia sono facilmente accusate di stregoneria, e comunque già riappare la figura femminile di Perranelle, la moglie del celebre alchimista Nicolas Flamel, divenuti poi simboli della lavorazione a due vasi.
Nel Rinascimento compare una figura femminile di rilievo: Caterina Sforza, la quale, per la sua posizione sociale, è in grado di respingere ogni sospetto e trasmettere lo stesso interesse al nipote Cosimo I dei Medici. Nel Seicento compare un'altra figura femminile importante, che raccoglie intorno a sé diversi operatori: la regina Cristina di Svezia. Poi nel XIX secolo si evidenzia la singolare figura di una alchimista inglese, Mary Ann Atwood, che insieme al padre pubblica alcuni testi.
A Maria la Profetissa si attribuisce l'impiego della metafora sessuale per descrivere la fusione dei metalli e l'invenzione di importanti procedure chimiche, come il “bagno maria” che regola la temperatura di reazione in un bagno d’acqua, usato anche in cucina. Essa è pure nota per il famoso assioma adottato successivamente dalla cosmogonia ermetica: “ L’Uno diventa Due, il Due diventa Tre e dal terzo viene l’Uno come quarto”.
La presenza del femminile nei gruppi ermetici alchemici è importante, perché il maschio si evolve, se distilla in maniera autonoma il femminino, la sensibilità e la fluidità. Mentre la donna si evolve, se distilla in modo autonomo il mascolino, la razionalità e la fermezza. L'uomo, attraverso un’immagine femminile, deve evincere la propria Eva interiore, per sciogliere la propria psiche. Mentre la donna, attraverso un’immagine maschile, deve evincere il proprio Adamo interiore, per fissare la propria psiche. Per questo lavoro è fondamentale nei gruppi alchemici la presenza di uomini e donne impegnate nello stesso percorso, per evitare che in tutto ciò giochi un peso eccessivo l'immagine inconscia della madre per l'uomo e del padre per la donna.
Per Eva s'intende l'anima femminile nell'uomo e che deve venire alla luce della coscienza. A ciò si oppone la cosiddetta Lilith, la libido per la femmina che stordisce il maschio e che proviene dall'astrale collettivo. Il forte magnetismo sessuale del femminino è rappresentato in certe iconografie come Venere Pandemia, con le corna lunari fra i capelli; come la maga Circe incantatrice che trasforma gli uomini in animali; come una sirena mostruosa che i naviganti dell'elemento acqua devono fuggire, per scampare al naufragio.
Invece l’anima femminile che diventa cosciente, che acquista pertanto potenza magica, è simboleggiata in molte raffigurazioni sacre dalla Maria Vergine, nell’atto di calpestare il serpente con i piedi e col capo circondato da sette stelle. Altrettanto usuale è la mandorla mistica che incornicia la Madonna come un uovo luminoso, simbolo di un femminile immacolato, operante nella sfera lunare e mercuriale dell’uomo. Corrispondenti significati per la donna hanno il termine Adamo, l'animo maschile che deve divenire cosciente ed operativo, ed il termine Golem, importato dalla cabala e che indica la libido per il maschio, proveniente dall’astrale collettivo.
Spesso, in un rapporto di coppia comune, si corre il rischio di assumere inconsciamente i caratteri negativi dell'altro, invece che quelli positivi. In questo sta la difficoltà delle tecniche alchemiche di coppia. L'integrazione non significa sostituzione del proprio sesso naturale. Quindi la donna alchimista non deve diventare mascolina negli atteggiamenti esteriori, nei comportamenti affettivi o sessuali, né l'uomo alchimista diventare effeminato.
Le operazioni ad un vaso, così chiamate se un solo operatore utilizza il rapporto di coppia, possono trasformarsi in operazioni a due vasi, nel caso molto raro in cui l'uomo e la donna della coppia, chiamati spesso nei testi adeptus e soror mystica, siano entrambi impegnati nell'iter alchemico. In tale caso è possibile formare una doppia coppia: una terrena ed esteriore, una celeste ed interiore, dove il maschio è attivo in modo passivo e la femmina è passiva in modo attivo, dove Eva ed Adam si compenetrano, dove l'amore è presa di coscienza ed alimentazione reciproca, mezzo e via di conoscenza anche nella dimensione metafisica.
Nell’iconografia cristiana si allude ad uno stato simile col matrimonio mistico tra un santo ed una santa che si scambiano gli anelli, di fronte alla Vergine col bambino Gesù. In alcune figure alchemiche si allude all’operatività a due vasi, e il maschio cavalca un leone, cioè il secco, la forza unita alla volontà, simboleggiate dal leone. Mentre la femmina cavalca un grifone, cioè l’umido, il sentimento unito al magnetismo, simboleggiati dal grifone. La coppia si scambia un colpo di lancia, rappresentante l’esaltazione dell’eros alchemico che può essere potenziato di molto attraverso il rapporto sessuale. Ma l’efficacia magica dell’eros è condizionata all’esperienza della coincidenza degli opposti, simboleggiata dalla inversione del Sole e della Luna negli scudi.
Invece nella coppia ordinaria innamoramento e rapporto sessuale sono sostanzialmente correlati alla proiezione inconscia dell’Eva e dell’Adamo, con tutte le incomprensioni e le delusioni conseguenti. L’uomo scambia per amore un'immagine inconscia al femminile, del tutto irreale, ma che identifica in una donna in carne e ossa, assai diversa dalla proiezione. La donna scambia per amore un’immagine inconscia al maschile, ma il risultato è identico, deleterio e frustrante per entrambi. A causa di queste proiezioni non rimosse l'uno vuole possedere l'altro, sia fisicamente che spiritualmente, senza conoscerlo veramente. La coppia comune, piuttosto che vivere, è vissuta. Essa, piuttosto che agire, è agitata da figure che si muovono nell'inconscio e traspaiono attraverso gli sbalzi di umore, il temperamento e i sogni.
E’ sufficientemente documentato che un certo numero di alchimisti del passato abbiano operato a due vasi con le loro consorti e si cita fra gli altri N. Flamel, T. Vaughan, l’Helvetius, Courer. Recentemente si può citare il caso dell’operatore contemporaneo Giammaria e della pittrice e scultrice Auri Campolonghi. Ma queste operazioni possono esplicarsi anche al di fuori del rapporto coniugale e sessuale, come già avvenuto ad esempio tra Zosimo e la figlia Theosebia, tra Thomas South e la figlia, tra Mary Ann Atwood ed il padre. Difatti l’operazione consiste fondamentalmente nel riconoscere il proprio sesso opposto, nascosto nell’inconscio e proiettato nell’altra o nell’altro, che una volta rivelato può così sposarsi col sesso fisico e conscio, per una trasformazione radicale che però avviene unicamente nel proprio singolo vaso. E' da precisare che l'alchimia, a differenza di alcune teorie esoteriche, vede il femminino come potere ed il mascolino come conoscenza e viceversa, alternativamente, secondo le diverse fasi. Nell’operatività di coppia nessuno dei due deve cambiare l’altro, ma ognuno deve trasformare sé stesso, nel gioco speculare e proiettivo di un rapporto a quattro: lui, lei, Adamo, Eva.
La via della donna sta nel secernere il proprio succo spirituale attraverso la pressione interna dell’Adamo, così come la via dell'uomo sta nel secernere il proprio attraverso la pressione interna dell’Eva. La distillazione di tali succhi non è rimozione del proprio sesso e imitazione dell'altro, ma sublimazione del proprio a livello dell’archetipo.
Questi estratti arricchiscono entrambi, poiché l’uno attinge a valenze e connotati che l’altro possiede in eccesso e di cui invece è carente, attuando un bilanciamento reciproco. Ad esempio, se un uomo ha un carattere rigido e freddo, con un circuito energetico chiuso, deve ispirarsi ad una donna che abbia un carattere duttile e caldo, con un circuito aperto, comunicativo; ed attingere ad una emozionalità femminile che possa alimentare i fuochi del suo alambicco. Questa differenza di carattere può creare contrasti e incomprensioni, ma l’uomo può realizzare che dare e ricevere emozioni, scambiare sentimenti, ha un ritorno di energia superiore a quello che investe. Anche la donna potrà realizzare che la mancanza di controllo delle passioni, che un utilizzo poco razionale e dispersivo delle emozioni, ha un ritorno di energie inferiore a quanto investe. Solo in questo modo si attua l'integrazione operativa della coppia.
L'iter non è a scapito della differenza sessuale posta dalla natura. L’alchimista perfeziona il mascolino con il femminino o viceversa, utilizzandone solo le cariche psicologiche o i campi energetici. L’androgino o l’ermafrodita ermetico sono simboli del superamento della dicotomia di tali cariche opposte, per giungere ad una integrazione metafisica, ma non vanno assolutamente intesi come bisessualità fisica.
Quando la coscienza non si eleva al piano del sesso come archetipo, possono subentrare meccanismi di riduzione agli istinti primordiali dell'uomo. Gli invertiti testimoniano un incidente di percorso, una deviazione nel tentativo di superare tale dicotomia. L'androgino ermetico deve essere un superamento della dualità, una catartica obliterazione del IO anagrafico, perché questo si sublimi nell’Uomo Cosmico che non ha forma o carattere sessuale. Difatti si dice comunemente che gli angeli non hanno sesso.
Nella tecnica il rapimento dell'orgasmo sessuale, come quello mistico del religioso, sviluppa una liberazione dal proprio anagrafico grazie ad una forza di base essenziale, informale, purché sia consapevole il rendere sacro tale atto, al fine di dare la giusta direzione all’animazione dell'energia vitale.
La tecnica attiva e raffina la sfera impressionabile della Luna e le influenze della sfera energetica di Venere, favorendo il controllo e la solidificazione del corpo etereo, che conterrà il doppio o corpo della coscienza integrata al proprio campo energetico. Nel rapporto di coppia bisogna vedere con la seconda attenzione il gioco sottile dei rapporti: lui con lei, lui con Adamo, lui con Eva, Eva con lei, Eva con Adamo per l'uomo, oppure lei con lui, lei con Eva, lei con Adamo, Adamo con lui, Adam con Eva per la donna.
E' la congiunzione tra logica maschile e immaginazione femminile, nel subcosciente dell'artista, a concepire l'opera d'arte. E' l’unione tra seme maschile ed ovulo femminile, nell’utero della donna, a generare nuova vita biologica. Così nell'alchimia è l'integrazione consapevole tra sesso fisico e contro-sesso latente a generare il corpo autonomo della coscienza. Dato che queste tre modalità creative possono sembrare antitetiche e a volte, nella pratica, l’ultima sacrifica le altre due, si capisce il motivo per cui l’alchimia sia una pratica ardua per la donna, naturalmente tesa a investire tutta la sua energia nel realizzare una maternità, protesa alla generazione e conservazione della vita terrena, in ogni sua corporea manifestazione. Se la creatività della madre o dell'artista si proietta inconsciamente fuori di sé, la creatività dell'alchimista è tutta proiettata dentro di sé, per l’espansione del campo mentale.

GIORGIO SANGIORGIO